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Lo scandalo dei Pandora Papers in America Latina

Figura 1: www.revistaanfibia.com

1. Cosa sono i Pandora Papers?


I Pandora Papers sono un dossier di circa 12 milioni di documenti filtrati da fonte anonima e analizzati nel corso di un’inchiesta giornalistica durata quasi due anni del Consorzio Internazionale di Giornalisti Investigativi (ICIJ). Questo lavoro di più di 600 giornalisti e 150 testate in 117 Paesi esamina documenti di testo, fogli di calcolo, mail, atti fondativi, registri degli azionisti, fatture, relative a 25 anni di operazioni[1], dal 1996 al 2020.


Rispetto ai Panama Papers, diffusi cinque anni fa, l’inchiesta è molto più ampia, riguardando non uno[2], ma ben 14 studi legali internazionali tra le Bahamas, Panama, le Isole Vergini Britanniche, ecc., e segnalando più di 27.000 compagnie offshore e circa 30.000 beneficiari. Una società offshore è un’entità che si crea in un Paese differente da quello di residenza del beneficiario[3]. Di per sé non è un delitto, a patto che la società venga dichiarata all’autorità fiscale del Paese del beneficiario.


Nei cosiddetti paradisi fiscali, si è sviluppato un sistema “opaco” in cui si creano società fittizie o ditte di comodo, senza dipendenti, senza attività, al solo scopo di nascondere del denaro ed evitare le responsabilità fiscali o legali del proprietario. A facilitare il processo un’industria specializzata che “fabbrica offshore permettendo ai titolari di restare anonimi, costituita dai grandi studi legali internazionali che appaiono nell’inchiesta.

Figura 2: Immagine della campagna di Oxfam “Fighting inequality in Europe and beyond” (Reuters)

Tra i beneficiari o “proprietari reali”[4] dell’inchiesta appaiono a livello globale più di 300 politici e funzionari di Stato, 14 tra capi di stato attuali e del passato, 46 oligarchi russi e più di 130 multimilionari della lista di Forbes [5]. Inoltre, molti degli studi del dossier hanno legami con esponenti della classe politica, che decide le leggi fiscali e con membri delle autorità di controllo, che dovrebbero indagare sugli abusi dell’offshore[6].


2. Quali sono le principali personalità politiche latinoamericane coinvolte?


Tra gli ex presidenti comparsi nei documenti dell’inchiesta troviamo i colombiani César Gaviria y Andrés Pastrana, l’ex presidente del Perù Pedro Pabro Kuczynski, l’ex presidente dell’Honduras Porfirio Lobo Sosa, l’ex presidente del Paraguay Horacio Cortes. Quest’ultimo, beneficiario di una società offshore a Panama, si è difeso dicendo di aver fondato la società su consiglio di uno studio legale statunitense per facilitare l’acquisto di un appartamento per suo figlio a Miami.


Tra gli altri politici latinoamericani del dossier ci sono anche: l’attuale vicepresidente colombiana Marta Lucia Ramirez, legata ad una impresa delle Isole Vergini Britanniche, fondata dal connazionale Gustavo Hernandez Frieri, condannato nel 2021 negli Stati Uniti per riciclaggio di denaro[7]; e i brasiliani Paulo Guedes e Roberto Campos Neto, ministro dell’economia e presidente della Banca Centrale, rispettivamente con una e quattro imprese sospette in paradisi fiscali.


Da aggiungere poi in Argentina i familiari dell’ex presidente Mauricio Macri e Daniel Munoz, defunto segretario personale dell’ex presidente Nestor Kirchner, entrambi apparsi anche nell’inchiesta dei Panama Papers.


A fare più scalpore sono però tre presidenti in carica: il cileno Sebastian Piñera, l’ecuadoriano Guillermo Lasso e il dominicano Luis Abinader. Luis Abinader e i suoi fratelli appaiono legati a due offshore sospette a Panama. Guillermo Lasso ha avuto fino a 14 società offshore[8], ma ne aveva sciolte otto nel 2017. Non a caso, pochi mesi dopo l’approvazione per referendum di una legge nazionale[9] che vieta ai funzionari pubblici di avere investimenti in Paesi considerati paradisi fiscali. Il caso più controverso è però quello di Piñera.

Figura 3: I presidenti in carica Pinera, Lasso e Abinader (digitaltrends.com)

3. Il caso Piñera


Piñera è la quarta persona più ricca del Cile, secondo una classifica di Forbes. Una volta eletto, ha trasferito gran parte della sua fortuna ai figli attraverso società controllate. Nei Pandora Papers appare però una vendita che lo riguarda da vicino.


Si tratta del progetto Dominga, valutato 2,5 miliardi di dollari, una miniera di ferro e rame a cielo aperto nel nord del Cile, nella regione di Coquimbo. Secondo gli esperti, Dominga danneggerebbe irrimediabilmente la riserva nazionale del pinguino di Humboldt[10], a soli 30 km dall’area in cui dovrebbero sorgere il porto per l’esportazione dei minerali estratti e l’impianto di desalinizzazione previsti dal progetto.


La famiglia Piñera aveva investito nel progetto nel 2009, diventandone socia di maggioranza. Poi ne ha venduto la partecipazione ad un amico di vecchia data del presidente, Carlos Alberto Delano[11], per centocinquanta milioni di dollari, attraverso una società di gestione offshore alle Isole Vergini Britanniche.


L’elemento più critico che si evince dai Pandora Papers però è che l’ultima delle tre rate d’acquisto era vincolata al fatto che non venissero adottate restrizioni ambientali al progetto. Restrizioni di cui, come presidente, lo stesso Piñera era di fatto responsabile. Restrizioni inoltre plausibili, dato che Piñera stesso aveva in passato spinto un’altra impresa ad abbandonare il progetto di una centrale termoelettrica nella stessa regione, proprio per tutelarne l’ambiente.


Piñera, che lo scorso agosto si era dichiarato pubblicamente a favore dell’abolizione di tutti i paradisi fiscali, “perché spesso utilizzati per attività illegali, moralmente discutibili o evasione fiscale(DW), ha detto di essere estraneo ai fatti, in quanto aveva ceduto il controllo di questa partecipazione e di altre sue imprese, prima degli eventi in questione.


4. Perché i Pandora Papers sono importanti per i Paesi dell’America Latina


I Pandora Papers, dopo i Panama Papers, hanno permesso di rivelare ancora più a fondo quel sistema di economia offshore globale, che permette a miliardari, politici e criminali di nascondere le proprie ricchezze al fisco e alla legge.


Tra i 10 Paesi al mondo con più beneficiari di un conto offshore (tra quelli identificati dall’inchiesta) ben quattro sono in America Latina: si tratta di Argentina, Brasile, Venezuela e Guatemala. L’indagine ha identificato in questa regione così diseguale ben 6.288 proprietari di società fittizie, o quantomeno sospette, all’estero. Tra questi ci sono imprenditori, artisti, sportivi ma soprattutto politici.

Figura 4: “Pandora Papers exposées” (Zach/ cartoonmovement.com)

I Pandora Papers rivelano una tendenza nelle élite latinoamericane di rivolgersi a questo sistema di offshore corrotte. Ma soprattutto, queste pratiche sembrano essere molto estese nelle più alte sfere politiche del continente. Il che se in molti casi non è causa di un delitto, perché più che di evasione si tratta di elusione fiscale[12], crea però una questione etica.


Nelle parole del giornalista venezuelano Ewald Scharfenberg, membro dell’ICIJ, in una regione così segnata dalla disuguaglianza, “questi documenti dimostrano la breccia tra i cittadini normali e fedeli alla legge e chi ha accesso ai paradisi fiscali per tutelare i propri interessi”.


Per l’OECD l’evasione è una delle cause principali dei bassi livelli di gettito fiscale in America Latina e secondo un report del Tax Justice Project[13]nella regione si perdono ogni anno più di 40.000 milioni di dollari di tasse a causa dell’abuso di società offshore[14]. Addirittura, secondo una stima dell’università di Berkeley[15] del 2017, il 27% circa della ricchezza prodotta in America Latina si trova in conti offshore.


5. Conclusioni


I dati denunciati dai Pandora Papers dimostrano che in maniera sistematica, molti politici a livello mondiale ma soprattutto in America Latina, utilizzano i paradisi fiscali per spostare il loro denaro dove più conveniente. E questi canali sono o restano legali grazie a leggi approvate proprio da questa generazione di politici. È quindi difficile pensare che la stessa élite assuma delle misure contro questa “economia sommersa” dell’offshore.


Ci si aspetta che a seguito dei Pandora Papers in diversi Paesi latinoamericani ci saranno dei procedimenti[16] e delle sanzioni fiscali, ma appare poco probabile che ci siano conseguenze penali. Questo anche perché l’autonomia del potere giudiziario è poco riconosciuta in America Latina.


Secondo il direttore dell’ICIJ Gerard Ryle, però, quest’inchiesta potrebbe avere un impatto maggiore dei Panama Papers perché la pandemia non ha fatto che esacerbare le ineguaglianze e questo denaro perso in tassazione, che avrebbe potuto essere usato dagli Stati per fronteggiare l’emergenza sanitaria e la crisi economica conseguente, con l’indignazione dei cittadini che stanno attraversando difficoltà più o meno grandi in questa congiuntura.

Figura 5: Taxes (Maria Kamensky / cartoonmovements.com)

Come sottolinea il team di giornalisti dell’inchiesta, l’importanza dei Pandora Papers sta nell’evidenziare un problema che richiede un cambio strutturale nelle politiche pubbliche nazionali. L’industria dell’offshore opaco ha conseguenze sulle tasche delle persone, perché la mancanza della raccolta di tasse dai grandi capitali obbliga i Paesi a concentrarsi sulle piccole imprese e sulle famiglie, contribuendo ad aumentare le disuguaglianze esistenti.


Ci auguriamo che la conoscenza del sistema e l’indignazione scatenata dal dossier spinga la società civile in questi Paesi a pretendere a gran voce un cambiamento strutturale. Perché come afferma Sabine Kurtenbach del Instituto GIGA de Estudios Latinoamericanos en Hamburgo “cose come la trasparenza dipendono dall’equilibrio di potere tra le élite, la società civile e il potere giudiziario. Solo una società civile forte e un potere giudiziario indipendente potrebbero garantire che la élite politica rispetti appieno le leggi vigenti”.


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Note

[1] Dal 1996 al 2020. [2] I Panama Papers coinvolgevano solo uno studio panamense di un operatore offshore: Mossack Fonseca. [3] Definizione del vocabolario Treccani. [4] In inglese si utilizza anche il termine “ultimate beneficial owner [5] D. Grasso, M. Hidalgo Pérez, E. Camhaji, El Pais, 2021 « ‘Pandora Papers’ en America Latina: ¿Quiénes aparecen? ¿Qué es un paraíso fiscal?». [6] P. Biondani, V. Malagutti, L. Sisti, L’Espresso, 2021 « Pandora Papers, ecco i tesori nei paradisi fiscali di 35 capi di stato e di governo e migliaia di vip». [7] Denaro proveniente dall’impresa petrolifera venezuelana PDVSA. [8] Tra Panama e Dakota del Sud. [9] La legge proposta sulla scia dello scandalo dei Panama Papers, è stata approvata con il 54% dei votanti a favore. [10] Il pinguino di Humboldt è una specie a rischio di estinzione che vive lungo la costa peruviana e cilena del Pacifico. [11] Delano era già salito agli onori della cronaca per il coinvolgimento in uno scandalo di finanziamenti illegali della politica ed evasione fiscale. [12] L’elusione fiscale è il “comportamento del contribuente che, pur rispettoso della lettera della normativa tributaria, tende a evitare il pagamento dell'imposta con costruzioni negoziali il cui solo scopo è quello di sottrarsi all'obbligo fiscale” (definizione del dizionario Treccani). [13] Organizzazione specializzata in evasione fiscale. [14] Brasile (14.600 milioni), Colombia (11.600 milioni) e Messico (8.250 milioni) sono in cima alla classifica. [15] Opera dell’ economista Gabriel Zucman. [16] Ad esempio In Argentina il governo ha annunciato che ogni caso verrà indagato, lo stesso ha affermato per il Perù la Unidad de inteligencia financiera e la sua omologa in Messico ha detto che dato il gran numero di casi riportati, si focalizzerà sui politici coinvolti, mentre in Brasile l’opposizione intende aprire un’indagine su Paulo Guedes e Roberto Campos Neto, facendo appello alla Corte Suprema.


Bibliografia/Sitografia

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