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Paraguay, acqua dal mare e frontiera di fuoco

Aggiornamento: 23 lug 2023

Immagine 1: Triple Frontera: La policía federal desbarató una megaorganización que distribuía ilegalmente armas y artículos tácticos – Iguassu News

In guaraní, lingua ufficiale nel Paese oltre allo spagnolo, “para” significa mare, “gua” significa viene da e “y” acqua. Paraguay, quindi, significa “acqua che viene dal mare”.


Con 406750 km² di superficie e senza alcuno sbocco sul mare, è uno Stato sudamericano incastonato tra Bolivia, Brasile e Argentina. In questi ultimi anni, sta emergendo sempre di più per via del suo essere parte della cosiddetta Triplice Frontiera assieme a Brasile e Argentina e per essere uno dei più recenti alleati degli Stati Uniti. Ma conosciamone prima la storia più lontana, per arrivare poi al presente.


1. Un po’ di storia

Immagine 2: “Guerra de la triple alianza” o “Guerra del Paraguay” - Huellas suburbanas (huellas-suburbanas.info)

In epoca precolombiana, il Paraguay è popolato da tribù guerriere seminomadi suddivise in cinque "famiglie" separate e 17 gruppi etnico-linguistici distinti, che permangono ancora oggi.


Gli europei arrivano nel XVI secolo e fondano Asunción – attuale capitale –, rendendola la prima colonizzazione residenziale e base di missioni gestite da gesuiti; questi ultimi vengono poi cacciati dai sovrani spagnoli stessi, ma il nome di quei territori rimane ancora oggi “Misiones”.


La guerra d’indipendenza spagnola genera una situazione politica tale da far sì che gli argentini formino nel 1810 la Prima Giunta, un organo con sede a Buenos Aires che si prefigge di controllare il Vicereame del Río de la Plata, l’ultimo dei 4 vicereami spagnoli costituiti in America Latina. L'Indendencia del Paraguay, parte del Vicereame, rifiuta tuttavia di accettare l'autorità della Giunta e respinge l'invasione guidata dal generale argentino Manuel Belgrano (Campagna del Paraguay), svoltasi tra il 1810 ed il 1811 e conclusasi con la vittoria del Paraguay nella battaglia di Tacuarí.


Pochi mesi dopo, a seguito della cosiddetta Revolución de mayo de 1811, l'Intendente spagnolo Bernardo de Velasco viene affiancato al governo da José Gaspar Rodríguez de Francia e Juan Valeriano Zevallos. Nel giugno del 1811 Velasco viene destituito e il governo del Paraguay assunto da una giunta presieduta da Fulgencio Yegros. È con questo governo che viene firmato, nell’ottobre del 1811, un primo accordo con la Giunta Grande delle Province Unite del Río de la Plata, l'organo di governo installatosi nelle Province Unite del Río de la Plata dopo la Revolución de mayo: si tratta della Convención de Amistad, Auxilio y Comercio, con la quale viene riconosciuta l'indipendenza del Paraguay dall’Argentina e si normalizzano le relazioni con quest’ultima.


Nel 1814, il Congresso paraguaiano nomina José Gaspar Rodríguez de Francia, che governa fino alla sua morte avvenuta nel 1840. Durante il suo governo, il Paraguay rimane in una condizione di isolamento internazionale: tenta di romperlo Carlos Antonio López, nuovo presidente che promuove la modernizzazione dell'economia e la tutela dell'autonomia del Paraguay di fronte alle rivendicazioni del presidente argentino Juan Manuel de Rosas.


Nel 1862, a López succede il figlio, sotto il cui governo il Paraguay combatte per cinque anni (1864-1870) la più feroce e violenta guerra del Sud America, ovvero la Guerra della Triplice Alleanza contro Brasile, Argentina e Uruguay – finanziati dal Regno Unito: prima di questa guerra, la popolazione era di circa 525.000 abitanti, dopo ne rimasero circa 221.000. Inoltre, il Paraguay perde estesi territori a favore dell'Argentina e il Brasile: quest’ultimo, durante il saccheggio di Asunción del 1869, porta gli archivi nazionali paraguaiani a Rio de Janeiro, dove sono conservati e segretati – impedendo perciò la ricostruzione del periodo storico tramite fonti documentate. Per questo motivo, la storia del Paraguay ha molte versioni, a seconda del Paese che la racconta.


2. Il XX secolo


Tra 1904 e 1954 il Paraguay si susseguono trentuno presidenti, la maggior parte dei quali è stata rimossa da sommosse, aggressioni e colpi di stato. Negli anni ’30 il Paraguay combatte la Guerra del Chaco, vincendola e ottenendo la sovranità su buona parte di questo territorio, da tempo al centro di una lunga disputa con la confinante Bolivia. All’epoca si credeva che la regione fosse ricco di petrolio, ma questa convinzione risulta infondata: per ironia della sorte, le poche zone con giacimenti si trovavano nel territorio boliviano.


Oltre settant’anni dopo, nel 2009, Morales (presidente della Bolivia) e Lugo (presidente del Paraguay) firmano un accordo sulla definizione del confine.


Dopo la seconda guerra mondiale, il Paraguay attraversa un periodo di instabilità che poi sfocia, nel 1954, nel regime di Alfredo Stroessner: conservatore e alleato degli Stati Uniti, rimane al potere per più di trent’anni, portando a una certa modernizzazione, ma anche a frequenti violazioni dei diritti civili, corruzione e brogli elettorali. A questo segue un’emigrazione in massa degli operatori economici dal Paese: significativa fu uno striscione nell’area partenze dell'aeroporto di Asunción, con la scritta “E l'ultimo chiuda la porta”.

Immagine 3: La Nación / Los mitos de la Guerra del Chaco (lanacion.com.py)

Prima delle elezioni del 1988, iniziano delle proteste contro il regime per via del degrado del Paese, il suo isolamento internazionale e lo stato delle finanze. Il Partito Liberale Radicale Autentico di Domingo Laino si contrappone al Partito Colorado del Presidente, riunendo tutti gli oppositori: Laino viene isolato, ma ciò non aiuta, anzi: dopo diversi tentativi, Laíno prova a rientrare ad Asunción scortato da operatori di tre reti televisive degli Stati Uniti, da un ex ambasciatore statunitense nel Paraguay e da diversi parlamentari uruguaiani e argentini. Nonostante la polizia aeroportuale lo respinga, il segnale arriva forte dagli Stati Uniti, e il regime di Stroessner permette il rientro di Laino. A ogni modo, l'opposizione non riesce a organizzare una strategia comune per affrontare le elezioni, ma programma i cosiddetti mítines relámpagos, ovvero grandi manifestazioni di protesta contro il regime nelle zone rurali, poi velocemente sciolte prima dell'arrivo degli squadroni del “Partito colorado”.


Nel 1989, con una politica ormai allo stremo, Stroessner viene deposto per mano di un altro membro del suo partito, consentendo a quest’ultimo di mantenere il controllo del governo per il ventennio successivo.


3. I primi anni Duemila


Nel 2008, le elezioni vengono vinte dal candidato progressista Fernando Lugo, ex vescovo dimesso dallo stato clericale, che interrompe 61 anni di dominio conservatore. Tra i punti principali della sua politica vi sono la lotta alla corruzione e alla povertà e la riforma agraria, ma durante il suo mandato sono stati migliorati anche l’ambito sanitario, quello scolastico e quello economico: in particolare, nel 2011 firma un trattato con il presidente brasiliano Lula, che aumenta quasi del triplo l'importo pagato dal Brasile per la vendita del surplus energetico paraguaiano nella centrale idroelettrica di Itaipú.

Immagine 4: Notícias do Último Segundo: o que acontece no Brasil e no Mundo - iG

Nei suoi confronti, quattro anni dopo la sua elezione, viene avviata una procedura di impeachment da parte dei suoi avversari, che gli concedono meno di un giorno per prepararsi al procedimento – fatto che genera nella popolazione che lo sostiene l’idea di un golpe premeditato: come prevedibile, l’impeachment viene rapidamente approvato e Lugo rimosso dalla carica. L’opposizione lo accusava di co-responsabilità nella morte di 17 persone (11 contadini e 6 poliziotti) durante il cosiddetto massacro di Curuguaty, nato da uno scontro violento tra contadini e forze armate a seguito di un tentativo di sfratto dei primi.


Gli succedono Luis Federico Franco Gómez del Partito Liberale Radicale Autentico (2012-2013), Horacio Cartes del Partido Colorado (2013-2018) e Mario Abdo Benítez dello stesso partito (2013-2022). Lo scorso 30 aprile è stato eletto Santiago Peña con più del 96% dei voti, il quale segue le politiche di Biden e degli Stati Uniti, ma sta riallacciando relazioni anche con Maduro.


4. Ciudad del Este, la morte della legalità

Immagine 5: Proyecto Pragmalia: 347. Desarrollo de zonas fronterizas despobladas

Il settore terziario è al centro dell’economia del Paraguay, specialmente per il fenomeno di "triangolazione" di prodotti importati e subito riesportati nei Paesi vicini: ciò ha portato allo sviluppo di Ciudad del Este, parte della cosiddetta Triplice Frontiera, dove gli scambi commerciali sono secondi solo a Miami e Hong Kong.


Fondata nel 1957 in onore di Alfredo Stroessner, inizialmente viene chiamata proprio Puerto Presidente Stroessner e poi Ciudad Presidente Stroessner: dopo il golpe che lo depone, assume il suo attuale nome. Nel corso degli anni si sono insediati nella città grandi comunità di immigrati di origine cinese, coreana, araba, indiana e libanese: su questi ultimi, in particolare, è stata registrata una presenza radicata e rafforzata anche a sostegno di Hezbollah, organizzazione paramilitare islamista sciita e fortemente antisionista.


L'enorme sviluppo che la città ha avuto negli ultimi anni è dovuto essenzialmente alla sua condizione di “porto franco” per i commerci transfrontalieri con Brasile e Argentina, dove i prodotti sono meno tassati: quest’area dovrebbe essere la più controllata al mondo, ma monitorare il gigantesco flusso di macchine, motociclisti e addirittura pedoni che ogni giorno attraversano il Ponte dell’Amicizia non è possibile, e di fatti ogni giorno qui transitano merci, droga, armi e quant’altro: Ciudad del Este è ora luogo di contrabbando e traffici criminali. In particolare, il Paraguay è uno dei trampolini, assieme alla regione brasiliana del Mato Grosso, del Primeiro Comando do Capital, organizzazione criminale brasiliana fondata nel 1993 da detenuti nella prigione di Taubaté a San Paolo.


5. L’Ejército del Pueblo Paraguayo


Ma non solo in Brasile – o in altri Stati del Centro e Sud America – ci sono organizzazioni criminali o guerriglie: anche il Paraguay ne ospita una.


L’EPP (Ejército del Pueblo Paraguayo) è un’organizzazione guerrigliera di orientamento marxista-leninista con influenze della teologia della liberazione. Ufficialmente, è attiva dal 1° marzo 2008, anche se in precedenza, negli anni ‘90, i suoi membri erano noti come “il braccio armato clandestino” del partito Patria Libre, nato in contrapposizione alla dittatura di Stroessner. Quello che viene considerato il primo attacco dell’EPP risale al 16 marzo del 2008, a pochi giorni dalla sua fondazione ufficiale – nonostante prima ci fossero stati vari sequestri: viene bruciato un macchinario agricolo nel distretto di Concepción; pochi mesi dopo, in dicembre, viene realizzato un attacco alla caserma militare di Tacuatí, in cui vengono rubate armi e il luogo incendiato. Altro tentato attacco avviene nel 2009, quando collocano una bomba dentro al Palazzo di Giustizia di Asunción, poi scoperta da una donna delle pulizie e spostata al di fuori dell’edificio.


Il loro modus operandi è simile a quello delle guerriglie paramilitari della sinistra latinoamericana sorte in risposta alle dittature; secondo il governo paraguaiano, i membri dell’EPP sono stati istruiti dai componenti del Gruppo Patriottico Manuel Rodríguez in Cile e delle FARC colombiane: tuttavia, il rapporto con questi ultimi è stato smentito da ambe le parti. La loro zona di influenza è il nord est del Paese, specialmente i distretti di Concepción, Amambay e San Pedro: questa parte confina con lo Stato brasiliano del Mato Grosso, tappa di una delle più importanti rotte sudamericane della cocaina, la Rotta Caipira. Tale zona è di particolare importanza perché fa parte della cosiddetta Triplice Frontiera di cui si scriveva prima.

Immagine 6: Ejército del Pueblo Paraguayo, el grupo guerrillero que enfrenta a la "democracia oligárquica" y mantiene secuestrado a un ex vicepresidente - La otra Andalucía (laotraandalucia.org)

Tornando all’EPP, non si sa a quanto ammonta il numero dei suoi membri, poiché vengono stimate circa 30 persone a cellula, ma le cellule sono tra le 50 e le 100. Membri noti sono Carmen Villalba e il compagno Alcides Oviedo, ciononostante si ritiene che la maggior parte dei membri siano ex seminaristi cattolici che hanno creduto e portato all’estremo la teologia della liberazione.


A proposito di Triplice Frontiera, i politici del Governo paraguaiano affermano che l’EPP si finanzia con il traffico di droga, in particolare la cocaina proveniente da Colombia, Perù e Bolivia – informazione sempre smentita dagli alti comandi dello EPP. Nel 2017, l’avvocato Juan Martens ha svolto uno studio con il quale ha confermato che l’EPP non è legato al traffico di droga e si finanzia invece con rapimenti e tasse pagate da proprietari terrieri.


6. Una voce dentro al coro


Proprio Carmen Villalba, in un’intervista, smentisce che i fondi dell’Esercito provengano dal narcotraffico e afferma invece: “L’EPP oggi affronta la mafia organizzata il cui principale motore è il Partito Colorato che si è nuovamente insediato al potere. Per confermare ciò che le sto dicendo dovrei ricorrere allo scrittore Aníbal Miranda, già morto, che fece una importante indagine che riversò nel suo libro La principale organizzazione mafiosa del Paraguay: il Partito Colorato. In questo testo arrivò alla conclusione che in questa mafia si trovano tutti i politici dell’estrema destra oligarchica.” Sulla situazione economica del Paraguay, dice: “Più del 54% della popolazione è povera e un’alta percentuale si trova nell’indigenza. Se parliamo dell’infanzia del mio Paese, il 43% è in condizioni di denutrizione e ogni anno novemila famiglie contadine sono espulse dalle proprie terre per incrementare l’agro-pastorizia intensiva da parte di transnazionali come Monsanto e altre, legate all’oligarchia paraguaiana, insieme ai suoi partiti politici, magistrati e parlamentari. Questi sfruttano la fertile terra del nord e di altri punti del Paese. Questo fa parte della falsificazione che portano avanti i mezzi di comunicazione che sono di proprietà dell’oligarchia paraguayana. C’è, inoltre, una stretta unione tra allevatori, produttori di soia, narcotrafficanti, poliziotti e politici. Noi attualmente siamo in guerra contro questa mafia, i suoi governi e lo Stato, e lo facciamo perché nel nostro Paese nessuno ha dubbi che questa oligarchia e i suoi partiti siano composti da narcotrafficanti.”


Infine, sulla lotta armata, conclude dicendo: “Come marxista, che ha preso la strada della lotta armata rispetto profondamente l’opinione dei socialisti che non sono d’accordo con la nostra opzione. Nonostante ciò, nel momento in cui si alleano con settori dell’oligarchia e con l’opinione dei media corporativi e segnalano che l’EPP “è il narcotraffico” o che rispondiamo a interessi degli allevatori, dovrebbero rendersi conto che siamo esattamente noi che affrontiamo con le armi in mano questi allevatori, il governo oligarchico e i suoi complici.”


Secondo alcuni, i milioni di dollari di cui l’EPP dispone vengono ottenuti tramite sequestri (come per esempio quello dell’ex presidente paraguaiano Óscar Denis), ma anche supporto economico da parte di simpatizzanti che li considerano un’alternativa alla totale assenza dello Stato.

Immagine 7: Carmen Villalba afrontará nuevo juicio - Paraguay.com

Per alcuni, lo Stato accusa l’EPP di terrorismo per criminalizzare in realtà tutte le rivendicazioni economiche e sociali dei contadini, i cui sindacalisti vengono uccisi dall’esercito e presentati come guerriglieri: in questo caso, la dinamica sembra simile a quella dei falsi positivi in Colombia, dove venivano uccise persone teoricamente appartenenti alle FARC, ma che in realtà erano parte della popolazione più umile. In risposta a questo terrorismo – presunto o reale –, queste aree agricole sono spesso militarizzate, e altrettanto spesso le famiglie sono obbligate ad andarsene o a dare le proprie terre a grandi imprese o latifondisti. Proprio per queste ragioni, un punto di forza dell’EPP è stata proprio la fornitura di servizi pubblici ai contadini: ciò ha fatto sì che l’organizzazione apparisse come legittima agli occhi della popolazione e che, al contrario, lo Stato fosse sempre più debole e assente in tali regioni.


7. Conclusioni


In conclusione, il Paraguay è ora uno dei Paesi più in vista ma anche tristemente rilevanti sia per il traffico di droga – in particolare è centrale per quello della marijuana –, sia per il contrabbando, sia per l’ambiguità politica, rivolta agli Stati Uniti così come agli Stati tradizionalmente di sinistra. In particolare, essere la terra di Ciudad del Este, e anche di guerriglie nazionali o internazionali, lo rende protagonista di dinamiche molto ampie che lo fanno uscire dal ruolo più secondario avuto finora.


Il Puente de la Amistad, tra Paraguay e Brasile, continua a essere trafficato, la legalità continua a perdere e lo Stato continua a essere assente.

Immagine 8: Puente Internacional de la Amistad, Ponte Internacional da Amizade - Megaconstrucciones, Extreme Engineering

(scarica l'analisi)

Paraguay, acqua dal mare e frontiera di fuoco_Casolin
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