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La tratta di esseri umani in Italia: iniziano i lavori per la nuova amministrazione al governo

Aggiornamento: 7 ott 2018


Lo scorso 4 settembre il nuovo Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per le Pari Opportunità e le Politiche Giovanili, Vincenzo Spadafora, ha convocato la prima riunione con le associazioni operanti nell’ambito della tratta di esseri umani.

Nello specifico hanno preso parte all’incontro:

· Lotta contro l’emarginazione

· Associazione Penelope

· Cooperativa Proxima

· Comunità di Sant'Egidio

· UNHCR Italia – Agenzia ONU per i Rifugiati

Erano dunque presenti tanto organizzazioni internazionali, quanto organizzazioni non governative, così come cooperative sociali: tutte realtà coinvolte a diversi livelli (dall’attività di sensibilizzazione alla presa in carico) e con diversi target (dagli adulti ai minori, dalle vittime di sfruttamento sessuale a quelle di sfruttamento lavorativo) nella lotta al contrasto della tratta di esseri umani nel nostro Paese. Tuttavia, ha sorpreso l’assenza di alcuni interlocutori chiave, quali gli enti pubblici, ivi compresi quelli capofila di alcuni progetti regionali, o altri enti del privato sociale che gestiscono altri progetti (ad esempio la Comunità Papa Giovanni XXIII).

Il meeting del 4 settembre, nelle stesse parole del Sottosegretario, è stato funzionale a compiere un primo passo verso l’ideazione del nuovo Piano d’Azione Nazionale contro la tratta e il grave sfruttamento di esseri umani per il successivo triennio, prevedendo contestualmente l’istituzione di un tavolo ad hoc con il preciso mandato di redigere il Piano. “Le organizzazioni hanno fornito importanti contributi e suggerimenti, di cui terrò conto per la stesura del nuovo piano anti-tratta. Per questo, ho deciso di formalizzare il confronto costante con le Organizzazioni, istituendo un tavolo tecnico, che contribuirà alla stesura del Piano”.


Le priorità individuate della nuova amministrazione del Dipartimento per le Pari Opportunità (DPO), intrapreso dal Sottosegretario giallo - verde, consistono specificatamente in:

· Avviare del il percorso per approvare il nuovo Piano d’Azione Nazionale contro la tratta e il grave sfruttamento (PNA): il Piano, redatto ai sensi dell’art. 9 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 24, attuativo della Direttiva 2011/36/UE concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime, risponde all’esigenza di sistematizzare un approccio quanto più comprensivo e coordinato tra tutti gli attori coinvolti nella lotta al contrasto della tratta di esseri umani alla luce delle quattro direttrici lungo le quali, come accade generalmente a livello internazionale, dovrebbe strutturarsi una strategia efficace in materia: prevention, prosecution, protection e partnership.

· Costituire la Cabina di Regia: Questo organismo rappresenta la pietra angolare che direziona l’intervento sul tema, strumento di coordinamento da parte delle autorità di governo preposte, ma soprattutto sede di confronto per la definizione degli indirizzi di programmazione, attuazione e finanziamento degli interventi. Ad essa compete inoltre il coordinamento dei gruppi di lavoro inter-istituzionali che supervisionano il monitoraggio del Piano, anche tramite il coinvolgimento delle realtà operanti nel terzo settore nella costituzione dei tavoli di lavoro tecnici che rispecchiano tematicamente le 4 direttrici strategiche sopra menzionate.

· Definire e pubblicare il nuovo Bando: quest’ultimo altro non è che lo strumento necessario a garantire il finanziamento di progetti attuati a livello territoriale finalizzati ad assicurare, in via transitoria, ai soggetti destinatari adeguate condizioni di alloggio, vitto e assistenza sanitaria e, successivamente, la prosecuzione dell’assistenza e dell’integrazione sociale

Queste rappresentano le tre azioni strategiche e consequenziali che è necessario compiere per avviare e coordinare efficacemente l’intervento in materia di tratta di esseri umani in Italia.

Le priorità definite dal Sottosegretario intercettano effettivamente alcune delle raccomandazioni chiave che ha promosso il mondo della società civile, tra cui Save the Children Italia nella sua pubblicazione, datata luglio 2018, “Piccoli Schiavi Invisibili – Rapporto 2018 sui Minori Vittime di Tratta e Sfruttamento in Italia”. Tuttavia, secondo l’Organizzazione, sarebbe opportuno, in prima battuta, che il governo restituisca un feedback rispetto agli interventi realizzati nell’ambito del precedente Piano d’Azione Nazionale (2016-2018): infatti, solo tenendo in considerazione i gap e le best practices identificati nel corso dell’implementazione degli interventi passati, risulterebbe possibile delineare linee guida che contribuiscano a definire i contenuti del prossimo PNA. Del resto, la seconda parte del piano, rubricata “Sistema di monitoraggio e verifica del PNA”, prevede puntualmente la condivisione di un rapporto che dia riscontro dell’andamento. In chiusura viene espressamente menzionata la produzione di ”un output annuale, un annual report on human trafficking contenente dati quantitativi e qualitativi sul fenomeno”. Ad oggi, l’auspicato report, con riferimento all’annualità 2017, non è ancora stato condiviso. La domanda vera è: ma sarà stato redatto? E’ infatti ipotizzabile che gli avvicendamenti al governo, con la nuova stagione parlamentare, abbiano fatto restare lettera morta questa previsione, inficiando nei fatti la nuova programmazione triennale.

Di certo, l’incontro del 4 settembre è stato solo l’inizio di un nuovo percorso. Ci si domanda se sarà anche un nuovo corso. Le questioni, sostanzialmente formali, da affrontare in via preliminare, sono state messe in luce, ma è doveroso che la nuova amministrazione ponga attenzione a tutte le problematiche su cui il terzo settore ha posto già da tempo degli alert.


Le problematiche che ruotano attorno al tema della tratta di esseri umani in Italia sono infatti molteplici: la strutturazione di un lavoro territoriale multi-agenzia; il favorire un dialogo con i Paesi di origine affinché mettano in atto norme più efficaci nel contrasto tanto alla tratta quanto al traffico; la definizione di un piano d’azione mirato alla protezione dei minori vittime con la piena attuazione dell’art. 17 della legge 47/2017 (c.d. Legge Zampa) con la previsione di un sistema integrato di protezione; la collaborazione con le Commissioni Territoriali e l’apertura di strutture ad hoc per le vittime di tratta che sono anche richiedenti protezione internazionale, questione che si rende quanto mai necessaria da affrontare alla luce dell’elevato numero di vittime di tratta nigeriane richiedenti asilo. Noi continueremo a monitorare l’operato del DPO e vi terremo aggiornati.

Frattanto che restiamo in attesa dei prossimi passi del DPO, per fare il punto su una delle questioni calde, ovvero quella del nesso tratta-asilo, siete tutti invitati a partecipare all’aperitivo geopolitco di AMIStaDeS “Che mondo sarebbe senza Dublino? Migrazioni e tratta di esseri umani. Gli effetti “collaterali” del sistema asilo” che si terrà il prossimo 18 ottobre a Roma.

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