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L’ Alleanza dei Five Eyes: gli occhi che spiano il mondo

Aggiornamento: 13 feb 2022

Fonte: Pixabay

1. Introduzione


Quando si parla di Anglosfera si tende a far coincidere paesi con la stessa lingua e con comuni radici anglosassoni. In geopolitica, la sfera anglosassone si configura come un blocco di identità accomunate da un patrimonio culturale condiviso ma, soprattutto, da una visione strategica sinergica che giustifica delle forme di cooperazione e di alleanza sempre più strette. Questa affinità è apparsa ancor più evidente dopo il recente accordo militare AUKUS siglato tra Stati Uniti, Regno Unito e Australia (si veda l’analisi "L’accordo AUKUS e le ripercussioni sul progetto di Difesa e Sicurezza Comune dell’ UE" pubblicata su AMIStaDes).[1]


Le Alleanze sono per loro stessa natura soggette a mutamenti in relazione al cambiamento che interviene tra i membri e pertanto risultano essere flessibili. Quelle create per lo scambio di informazioni e di dati sensibili in particolare, sono sottoposte maggiormente a trasformazioni di natura politica e subiscono le differenti decisioni delle amministrazioni politiche che si avvicendano. Una delle più longeve alleanze che sembra passare indenne alle crisi è la cosiddetta Alleanza dei Five Eyes (di qui in avanti FVEY): un gruppo multilaterale che comprende cinque paesi quali Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito.


2. L’Alleanza dei Five Eyes: origine ed evoluzione


La rete dei FVEY é la più antica rete multilaterale e formalizzata di intelligence al mondo ed è il risultato dell’espansione graduale della cooperazione in materia di intelligence avviata durante la Seconda Guerra mondiale. Oggi tale alleanza fa riferimento ad un numero sempre crescente di relazioni speciali e di reti politiche transgovernative che accomunano i cinque paesi in tutti i settori della difesa, dell’intelligence e della sicurezza. Le agenzie che vi partecipano sono: la United States National Security Agency, lo United Kingdom’s Government Communications Headquarters, l’Australian Signals Directorate, il Canada’s Communications Security Establishment Canada e il New Zealand’s Government Communications Security Bureau. Il nome deriva dal livello di classificazione che veniva tradizionalmente usato per specificare quali paesi avessero accesso alle informazioni secretate: “US/AUS/CAN/NZ/UK Eyes Only”.[2] Gli Stati FVEY iniziarono la loro collaborazione agli inizi della Guerra Fredda, infatti il 5 marzo del 1946 venne stipulato un accordo denominato BRUSA tra Stati Uniti e Regno Unito.


Nel 1947 la complessa rete di cooperazione top secret venne rinominata UKUSA al fine di codificare formalmente la suddivisione in aree di responsabilità per la raccolta di segnali di intelligence (SIGINT). Nel 1948 vennero ridefiniti poi, i termini tra la cosiddetta ‘Prima Parte’, gli Stati Uniti, e le ‘Seconde parti’: Canada, Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito. Inizialmente il progetto prevedeva una suddivisione per aree di competenza secondo la quale il monitoraggio dell’Africa e dell’URSS spettavano al Regno Unito, l’Oceano Indiano, il Sud est asiatico e il Pacifico erano monitorati dall’Australia assieme alla Nuova Zelanda, il Canada si occupava dell’Artico sovietico e dell’Europa e il resto era di competenza degli USA.[3] Tale accordo prevedeva l’istituzione di una rete di sorveglianza chiamata Echelon per monitorare e tracciare le comunicazioni tra la ex Unione Sovietica e il blocco orientale. Tra le operazioni condivise figuravano la sorveglianza degli oceani, le missioni segrete, la raccolta di informazioni e il controspionaggio.[4]


3. Struttura, unicità e contraddizioni


L’aspetto sorprendente dell’accordo è che la sua esistenza risale al 1946, ma è divenuta di dominio pubblico solo nel 2005. È stata ufficialmente riconosciuta dall’amministrazione degli Stati Uniti nel 2010 a seguito della declassificazione del testo originale dell’accordo UKUSA da parte dello United Kingdom’s Government Communications Headquarters. La collaborazione tra Stati Uniti e Gran Bretagna si era sviluppata soprattutto attraverso il SIGINT e nel periodo postbellico si rese necessario ampliare e formalizzare un accordo per sfruttare ampiamente i vantaggi di una collaborazione moltiplicata a lungo termine.


L’accordo UKUSA avrebbe creato un ‘patto di non spionaggio’ tra i membri, ma esistono poche conferme a sostegno di questa tesi nei documenti originari declassificati. Infatti, non è prevista alcuna clausola che cerchi di creare un obbligo del genere e non vi è alcun divieto di raccolta di informazioni dei FVEY verso i cittadini o residenti di altri Stati appartenenti. Si tratterebbe, piuttosto, di una ‘tacita assicurazione’ che i cittadini dei paesi aderenti non saranno oggetto di controllo in maniera diretta e qualora le comunicazioni venissero fortuitamente intercettate si tenterà il più possibile di minimizzare le pratiche e l’analisi delle fonti intercettate. La durata del patto dipende anche e soprattutto dalla capacità di mantenere inalterato il suo principio fondante: il livello di segretezza.[5] Infatti, tale accordo impone la massima segretezza ai suoi membri sostenendo che: “sarà contrario a questo accordo rivelare la sua esistenza a terzi se non diversamente concordato”.[6] Ciò significa che i richiami attuali all’esistenza e alla divulgazione dell’accordo tra le agenzie sono limitati.


Un significativo esempio della segretezza è dato dal fatto che l’Ufficio del Primo Ministro Australiano non ne è venuto a conoscenza se non prima del 1973.[7] L’alleanza dei FVEY non prevede una struttura formale, ma si basa su una serie di accordi sulla condivisione delle informazioni accettate dai paesi coinvolti. Non esiste un accordo internazionale formale che regolamenti tutte le relazioni di intelligence dei paesi membri né si può parlare di una struttura centralizzata che ne regoli le funzioni e le operazioni come nel caso della NATO. Infatti, tale patto è sprovvisto di una esplicita clausola di mutuagaranzia difensiva che è l’aspetto principale di un’alleanza, ma manca anche un trattato e un organo di coordinamento o segretariato centralizzato.[8] Si tratta, al contrario, di una rete cooperativa e piuttosto intricata di agenzie di intelligence autonome che lavorano in collegamento tra di loro. Ogni agenzia di sicurezza è sottoposta alle rispettive regole legislative nazionali, ma il livello di allineamento strategico tra le agenzie FVEY è tale che riescono ad interagire in maniera armonica per via degli interessi nazionali complementari e della comune fiducia.


4. Il filo sottile tra cooperazione e sorveglianza di massa

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Il successo della segretezza dell’accordo è testimoniato dal fatto che non c’è stato alcun dibattito sulla sua legittimità e sui suoi obiettivi, soprattutto per la mancanza di documentazione pubblica a disposizione.


Le cose hanno incominciato a divenire più chiare quando nel 2013 Edward Snowden, un informatico e consulente esterno della National Security Agency (un organismo del Dipartimento della Difesa che si occupa principalmente di crittografia e di raccogliere, elaborare e diffondere informazioni da segnali stranieri per controspionaggio) ha fatto trapelare una serie di informazioni tali da aprire il cosiddetto Datagate: uno scandalo di dimensioni internazionali che svelava un programma di sorveglianza di massa attuato da alcuni governi all’insaputa dei cittadini. Si è scoperto che la NSA aveva messo in atto un programma di sorveglianza globale dei dati di comunicazione di cittadini e istituzioni negli Stati Uniti e nei loro paesi alleati d’Europa ma anche in Russia, Cina, America Latina, Corea del Nord e Iran.


Erano state monitorate le conversazioni telefoniche di 35 personalità politiche mondiali, incluso il telefono cellulare del Cancelliere Angela Merkel, ma anche 38 ambasciate e alcune società francesi che presumibilmente passavano hardware nucleare all’ Iran oltre al governo austriaco, alla Turchia e a Israele. Il rapporto spiegava di come la NSA avesse attinto direttamente ai server di società tecnologiche tra le quali Facebook, Yahoo, Google, Microsoft per monitorare le comunicazioni online in un programma di sorveglianza chiamato PRISM. Tutto ciò ha portato all’attenzione mediatica l’invasività delle intercettazioni attraverso i cavi in fibra ottica e la loro pericolosità in termini di tutela del diritto e libertà di espressione. Il materiale di Snowden ha svelato che i documenti sono classificati come: “TOP SECRET//COMINT//REL TO USA; AUS; CAN: GBR; NZL” o “TOP SECRET//COMINT//REL TO USA; FVEY”, il che determina il livello top secret dei documenti e la loro circolazione tra i soli membri.[9]


5. Un intricato sistema di alleanze: sovrapposizioni e inclusioni

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Oltre ai FVEY esistono ulteriori Alleanze istituite per la condivisione di informazioni tra le quali i Nine Eyes e i 14 Eyes. I Nine Eyes comprendono i paesi del gruppo FVEY insieme a Danimarca, Olanda, Francia e Norvegia. I 14 Eyes sono composti dai paesi membri dei Nine Eyes e includono Germania, Belgio, Italia, Svezia e Spagna. A seconda del tipo di alleanza differenti sono le peculiarità. I FVEY hanno il presunto patto di non spionaggio mentre le ultime due alleanze hanno un regime di condivisione molto più limitato rispetto a quello anglofono.[10] Riguardo i FVEY si susseguono proposte periodiche per l’integrazione di nuovi membri, tra i quali la Germania, la Francia, la Corea del Sud e il Giappone.


Sebbene la cooperazione non abbia ancora previsto l’ingresso formale di questi stati negli accordi di condivisione di informazioni classificate, la partnership avanzata sarebbe già tale da voler portare Tokyo e Berlino ad allinearsi in maniera esclusiva ad accordi bilaterali di condivisione di intelligence. Il Giappone, in particolare, può già contare su un elevato livello di cooperazione con i paesi FVEY per la sua attenzione all’intelligence dei segnali e perché ha costruito nuove attrezzature di sorveglianza utili ai sistemi di raccolta dei FVEY, tanto che si è già parlato di un possibile ingresso per contrastare le minacce militari e cibernetiche di obiettivi quali Cina, Corea del Nord e Russia. Infatti la Cina è l’avversario più citato nel White Paper annuale della Difesa del Giappone insieme alla Corea del Nord.[11] Inoltre, integrare il paese nell’espansione dei FVEY significherebbe avere un vantaggio in un potenziale scenario di collisione con Taiwan. Ma l’apertura al Giappone comporterebbe anche la rivelazione dei requisiti, dei punti di forza e di debolezza dei paesi FVEY quindi si tratta di decisioni strategiche altamente sensibili.


6. Conclusioni


Il dibattito sull’ operato dei FVEY e sulla legittimità delle misure impiegate è sempre acceso e riguarda lo scopo reale del patto: cooperazione integrata o contenimento? Alcuni studiosi descrivono i FVEY come un gruppo di condivisione dedita allo spionaggio, secondo altri si tratta di un sistema di sorveglianza segreta e altamente dannosa da parte degli Stati Uniti e dei suoi partners. Da parte loro gli Stati Uniti sostengono che tale collaborazione è necessaria non solo a raccogliere informazioni SIGINT, ma soprattutto come misura di contenimento, nei confronti della Cina in particolare, e che gli eventuali incidenti sarebbero minori rispetto alla forza moltiplicante del progetto. La priorità resta quella di arginare la capacità tecnologica militare cinese dato che Pechino ha dimostrato di riuscire ad acquisire in maniera legale e illegale il duplice uso della tecnologia dell’Occidente. L’elemento più controverso all’orizzonte appare essere l’equilibrio necessario tra l’utilizzo di metodi per potenziare la produttività nella raccolta di informazioni e il rispetto per il diritto alla privacy dei cittadini.


(scarica l'analisi)

L’ Alleanza dei Five Eyes. Gli occhi che spiano il mondo - Sara Ferragamo
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Bibliografia/Sitografia


[2] UKUSA Allies, GCSB website, disponibile su: http://www.gcsb.govt.nz/about-us/UKUSA.htm

[3] UKUSA Allies, ASD website, disponibile su: http://www.asd.gov.au/partners/allies.htm

L’acronimo SIGINT indica la raccolta di informazioni tramite l’intercettazione di segnali, sia le comunicazioni tra persone (detto anche COMINT perché include intelligence delle comunicazioni) sia le informazioni provenienti da segnali elettronici non utilizzati direttamente nella comunicazione (detta anche ELINT).

[4] Robert Aldrich (2006): 'Transatlantic Intelligence and security co-operation', disponibile su: http://www2.warwick.ac.uk/fac/soc/pais/people/aldrich/publications/inta80_4_08_aldrich.pdfIntelligence

[5] Per il programma Echelon si veda: http://news.bbc.co.uk/1/hi/sci/tech/1357513.stm

[7] Per leggere il testo originario dell’Accordo si veda:

[9] La Relazione del Relatore Speciale sulla promozione e la tutela della libertà di espressione e di opinione, Frank La Rue, 17 aprile 2013, A/HRC/23/40 par.38, disponibile su: www.ohchr.org/Documents/HRBodies/HRCouncil/RegularSeccion/Session23/A.HRC.23.40_EN.pdf

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