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AMIStaDeS aderisce all’appello per il diritto di movimento dei cittadini afghani dal Pakistan

Aggiornamento: 8 set 2021


Il Centro Studi AMIStaDeS aderisce all’appello per garantire il diritto di movimento dei cittadini afghani dal Pakistan e l’apertura dei confini


Il 31 agosto le forze occidentali hanno ufficialmente abbandonato l’Afghanistan. L’avanzata dei talebani, che si è conclusa con la presa del paese in poche settimane, mette a rischio il destino dei cittadini afghani, in particolare delle donne, delle bambine, delle minoranze etniche e religiose e di tutti coloro che negli ultimi anni hanno collaborato con organizzazioni e forze occidentali. In uno scenario segnato dall’incertezza e dall’angoscia, il Pakistan ha annunciato la chiusura delle frontiere, bloccando di fatto l’unica via di uscita legale per gli afghani che desiderano lasciare il paese verso altre destinazioni, in particolare l’Unione Europea. Il Centro Studi AMIStaDeS ha deciso di aderire alla campagna promossa da Large Movements e rivolta ai governi europei, in particolare al governo italiano, per:

  1. aprire tempestivamente un canale di dialogo con il Pakistan affinché si attivino strumenti efficaci e immediati per l’evacuazione dei familiari dei cittadini afghani che già si trovavano in Italia o che hanno raggiunto il Paese a seguito della presa di Kabul da parte dei Talebani;

  2. attivare strumenti efficaci per garantire l’uscita dall’Afghanistan anche dopo il 31 agosto 2021 per le persone la cui incolumità e il cui godimento delle libertà democratiche sono a rischio;

  3. convocare con estrema urgenza il G20 straordinario proposto dal Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi affinché si elaborino immediatamente strumenti finalizzati a garantire il diritto di movimento dei cittadini afghani verso l’Europa;

  4. interrompere i rimpatri dall’Europa in Afghanistan, tuttora in via di attuazione da parte di alcuni Stati Membri, e contemporaneamente garantire l’accoglienza degli Afghani che stanno già percorrendo la rotta balcanica;

  5. avviare un dialogo fra l’Unione Europea e le organizzazioni delle Nazioni Unite attualmente operanti in Pakistan e in Iran affinché si organizzi un sistema di accoglienza efficiente, in grado di far fronte all’emergenza umanitaria che si profilerà a breve ai confini con l’Afghanistan;

  6. avviare un’interlocuzione fra l’Unione Europea e il governo del Pakistan affinché lo Stato riapra i suoi confini con l’Afghanistan il prima possibile.

Il Centro Studi AMIStaDeS ritiene che i diritti umani, così come le libertà civili e politiche, siano inviolabili. Non possiamo ignorare la gravità della situazione in Afghanistan e non possiamo esimerci dal sostenere azioni umanitarie che possano aiutare il popolo afghano, già vittima di un conflitto che dura da decenni e ora nuovamente a rischio di violenze e rappresaglie. Auspichiamo un intervento comune dell’Unione Europea, in linea con quei principi e valori fondamentali che ne hanno ispirato la creazione: dignità umana, libertà, rispetto dei diritti umani e solidarietà.

 

Contatta l’Ufficio Stampa di AMIStaDeS: comunicazione@amistades.info


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