top of page

USA e Portorico: tra statualità e autodeterminazione

Aggiornamento: 28 ago 2021

campidoglio porto rico
Figure 1: Puerto Rican flag in front of the Capitol in San Juan. (AP/Ricardo Arduengo)

1. Introduzione

Il 3 novembre del 2020 si è tenuto un referendum dal quesito: “Portorico dovrebbe essere ammessa immediatamente nell’Unione come Stato?”, la maggioranza dei votanti si è espressa a favore del sì. Il referendum non è vincolante, ed è il sesto sullo status dell’isola. È difficile quindi decifrare se questa volta avrà un impatto significativo.


Portorico, composta da 134 isole nel mar dei Caraibi, è un territorio non incorporato degli Stati Uniti d’America, senza autorità giuridica e autogovernato. L’arcipelago è un paradosso politico: è parte degli Stati Uniti, ma allo stesso tempo ne è distaccato; i suoi abitanti hanno la cittadinanza statunitense, ma sono privi della rappresentanza politica completa e l’isola è pervasa dal nazionalismo senza essere uno Stato sovrano.

San Juan Porto Rico
Persone con la mascherina per le strade di San Juan nel luglio 2020 (AFP/ Ricardo Arduengo)

L’isola è in default dal 2015, quando il debito pubblico ammontava a 72 miliardi di dollari[1], e sta ancora cercando faticosamente di riprendersi dall’uragano Maria, che nel 2017 ha causato più di 3.000 morti e circa 95 miliardi di dollari di danni[2], e dai terremoti di varia intensità avvenuti tra dicembre 2019 e febbraio 2020, che hanno danneggiato gravemente l’intero sistema elettrico. Durante la presidenza Trump, le richieste di aiuto dopo l’uragano sono state in gran parte disattese[3], con il dirottamento dei fondi destinati a Portorico su altri progetti, come la costruzione del muro al confine col Messico. La pandemia ha aggravato una situazione già piuttosto critica e l’isola ha ricevuto fondi d’emergenza per la lotta al Covid molto inferiori a stati federati con popolazione comparabile, pur avendo un sistema sanitario più debole.



2. L’anomalia Portorico

Portorico, in origine abitata dalla popolazione amerindia dei Taínos, venne assoggettata al dominio spagnolo con l’arrivo di Colombo nel 1493, per passare sotto il controllo statunitense nel 1898, in seguito alla guerra ispano-americana. Tre anni dopo, la Corte Suprema statunitense affrontò la questione del futuro dei territori acquisiti con la guerra nelle sentenze chiamate Insular Cases.

A Portorico toccò lo status di “territorio non incorporato”, uno status ibrido che ha negato la piena protezione costituzionale agli abitanti dell’isola, con la motivazione razzista che questi appartenessero a “razze aliene”, ingovernabili da “principi anglosassoni” perché troppo diversi in termini di religione, tradizioni, leggi e modi di pensare.


Nel 1917 è stata concessa la cittadinanza statunitense agli abitanti di Portorico, che però hanno potuto eleggere il proprio governatore[4] solo dal 1947. La promulgazione della Costituzione dell’isola ha sancito formalmente la trasformazione da colonia, sotto il diretto controllo del dipartimento dell’Interno, a Stato Libero Associato agli Stati Uniti, soltanto nel 1952.

Jenniffer Gonzalez Puerto Rico
La delegata residente Jenniffer Gonzalez commenta i risultati del referendum 2020 (U.S. House of Representatives)

Figura 3:

La popolazione di Portorico elegge oggi il proprio governatore, che presiede l’esecutivo, i membri del parlamento dell’isola e un delegato residente alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti. Quest’ultimo, in quanto rappresentante della popolazione portoricana, ha diritto di parola, può proporre leggi e lavorare all’interno di commissioni, ma non ha diritto di voto. La politica estera, la politica commerciale e la gestione del debito pubblico rimangono sotto il controllo di organi statunitensi.

Tuttavia, per un portoricano maggiorenne è sufficiente trasferire la propria residenza in uno dei 50 Stati federati, per acquisire il diritto di voto anche per Presidenza, Camera e Senato USA, e accedere a una serie di programmi sociali federali, dai quali gli isolani sono esclusi.


3. La questione della statualità

L’isola caraibica vive in una sorta di limbo amministrativo. Ci sono stati ben sei referendum sull’annessione agli Stati Uniti nella storia dell’isola e il referendum del 2020 è il terzo in cui vince l’opzione della statualità[5].

Nessun referendum sul tema è però vincolante, perché spetta solo al Congresso degli Stati Uniti decidere sull’annessione, ma è concepito come una prova della volontà della popolazione di Portorico. Nell’ultimo referendum la statualità, cioè la piena integrazione di Portorico all’Unione, con uguaglianza di condizioni giuridiche, ha vinto con il 52% dei voti, ma ha partecipato solo il 53% dell’elettorato.


I principali partiti di Portorico non riflettono la divisione ideologica democratici-repubblicani, ma raggruppamenti definiti rispetto alla loro posizione sulla relazione con gli Stati Uniti. Il Partido Popular Democrático o PPD, è a favore dello status quo, con quella che viene definita “commonwealth position”, mentre il Partido Nuevo Progresista, o PNP, sostiene l’opzione della statualità.

A questi si aggiunge la terza forza politica storica, che è il Partido Independentista Puertorriqueño o PIP. Residuale ma comunque presente è l’idea di una Portorico indipendente e sovrana, ma strettamente associata agli USA, con accordi simili a quelli in vigore con le Isole Marshall, la Micronesia e la Repubblica di Palau.


4. Portorico vista dagli Stati Uniti

Il controllo di Portorico risulta rilevante per gli Stati Uniti per gli aspetti geopolitici, legati fondamentalmente alle attività di controllo strategico dell’emisfero occidentale condotte per mezzo di basi e installazioni militari presenti sull’isola caraibica. Nonché per questioni attinenti alla sicurezza nazionale, dal momento che sul territorio di Portorico è attivo uno dei sistemi di sorveglianza ROTHR (Relocatable Over-the-Horizon Radar) utilizzati dagli USA, in grado di coprire distanze molto lunghe, superando la curvatura della crosta terrestre, e - in questo caso - impiegato anche per finalità di contrasto ai traffici di droga provenienti dal Sud America.[6]


Inoltre, anche la politica interna statunitense appare influenzata dalle questioni riguardanti la comunità portoricana. In base all’ultimo censimento del 2018, Portorico (9,5%) rappresenta il secondo Paese di origine dei latinos presenti negli Stati Uniti, dopo il Messico (62,31%)[7]. In termini assoluti, negli Stati Uniti sono presenti circa 5,8 milioni di portoricani[8], un numero addirittura maggiore rispetto ai circa 3,1 milioni[9] residenti nel territorio dello Stato libero associato di Portorico.

Tuttavia, da un sondaggio del 2017, risulta che solo il 54% degli americani sarebbe a conoscenza del fatto che anche i portoricani sono cittadini degli Stati Uniti.

Da un punto di vista politico-elettorale, a prescindere dal riconoscimento, o meno, della statualità di Portorico, un rilevante numero di portoricani presenti negli Stati Uniti può già quindi esprimere il proprio voto nei diversi appuntamenti elettorali, in quanto residente. Certo è, però, che il riconoscimento di Portorico come Stato membro dell’Unione comporterebbe anche l’assegnazione di un determinato numero[10] di Grandi Elettori, fondamentali per il processo di elezione del Presidente degli Stati Uniti.


Ad ogni modo, il tema della statualità è oggetto di interesse per entrambi gli schieramenti politici. Da una parte, i democratici spingono per favorire il processo di autodeterminazione di Portorico: due rappresentanti democratiche di origine portoricana (Alexandria Ocasio-Cortez e Nydia Velàzquez, D‑NY) hanno infatti presentato alla Camera il Puerto Rico Self-Determination Act of 2020. Questo disegno di legge propone di istituire una “convenzione sullo status” dell’isola, costituita da delegati eletti dai portoricani per trovare una soluzione di lungo termine sul futuro assetto territoriale, definendo proposte concrete rispetto alle 3 opzioni: riconoscimento come Stato membro dell’Unione (statehood), indipendenza (independence), libera associazione in forma diversa rispetto all’attuale (looser free association). Basandosi sulla premessa che non esiste un sostegno schiacciante in favore della statualità di Portorico, il Puerto Rico Self-Determination Act ha di fatto innescato alcune critiche da parte dei sostenitori dell’evoluzione a Stato membro degli USA.[11] In ogni caso, per poter entrare in vigore negli Stati Uniti un disegno di legge necessita dell’approvazione da parte di entrambe le camere del Congresso (Senato e Camera dei Rappresentanti) e della firma del Presidente.

Sempre sul versante democratico, nel Biden-Harris Plan for Recovery, Renewal and Respect for Puerto Rico, presentato durante la campagna elettorale per le Presidenziali del 2020, il neo-Presidente Joe Biden ha garantito piena disponibilità a collaborare, attraverso un processo equo, con i rappresentanti di ciascuna delle diverse opzioni di trasformazione dello status di Portorico. Nel documento si può constatare che, per l’appunto, è stata prestata particolare attenzione a non utilizzare mai il termine “statualità” in modo da non favorire implicitamente questa opzione.


Dall’altra parte, nel campo dei repubblicani si è, invece, optato per un gioco a carte più scoperte. Già dal 2016 i repubblicani hanno pubblicamente sostenuto il “diritto dei cittadini di Portorico a essere ammessi nell’Unione come Stato pienamente sovrano”. Questa formulazione è poi stata poi ritrattata con il figurarsi della possibilità di perdere la maggioranza al Senato, in seguito a un eventuale riconoscimento della statualità a Portorico e al Distretto di Columbia[12]. Lo stesso Mitch McConnell (R-KY), leader di maggioranza prima – e di minoranza oggi – al Senato, ha accusato i democratici di favorire il riconoscimento della statualità di Portorico e Washington D.C. con l’obiettivo di ottenere quattro probabili senatori in più, dato che i democratici risulterebbero in vantaggio in entrambi i territori.[13]

L’esito delle ultime elezioni del 2020, che ha reso la composizione del Senato degli Stati Uniti estremamente bilanciata (50 repubblicani, 48 democratici e 2 indipendenti) potrebbe rendere gli schieramenti ancora più sensibili su questo tema, irrigidendo le posizioni e accorciando gli spazi di trattativa politica.


Per quanto riguarda la diaspora portoricana, lo scorso dicembre più di 30 organizzazioni hanno pubblicato una lettera aperta[14] all’amministrazione entrante Biden-Harris, sostenendo la necessità di intraprendere un processo concreto di decolonizzazione, a partire dalla proposta Velàsquex-Ocasio Cortez, per individuare una soluzione a lungo termine della questione dello status politico dell’isola, con la definizione di un meccanismo di risposta obbligato da parte del Congresso USA.


5. Conclusioni

Lo status giuridico ibrido di Portorico rappresenta oggi un ostacolo rilevante al suo sviluppo, perché non essere una nazione indipendente non gli permette di prendere decisioni politiche ed economiche importanti e necessarie in autonomia, e non essere uno Stato degli USA non gli riconosce alcun potere contrattuale con il governo di Washington.


Gli indici economici e sociali di Portorico sono tra i migliori dell’America Latina, anche se pessimi in rapporto a quelli degli Stati federati, ma la migrazione dall’isola agli Stati Uniti continentali permette in molti casi ai singoli individui di migliorare notevolmente le proprie condizioni. Tuttavia, la disparità di trattamento dei cittadini e il controllo di Washington sulle politiche fondamentali, possono dare adito a critiche di neocolonialismo.

Ocasio Cortez Porto Rico
Ocasio-Cortez alla Puerto Rican Day Parade del 2019 a New York (Reuters/Jose Alvarado Jr.

Finora i referendum sullo status non hanno avuto conseguenze, dato il disinteresse della politica statunitense. Il successo della linea dell’autodeterminazione, pur godendo di un silente appoggio presidenziale, sembra essere limitato da una serie di elementi: le divisioni interne al Partito Democratico, il possibile ostruzionismo dei repubblicani al Senato e, non da ultimo, le rigide prese di posizione dei sostenitori della soluzione statuale. Fintanto che l’attuale assetto amministrativo di Portorico - al più arricchito con qualche concessione - continuerà a garantire la salvaguardia degli interessi strategici degli Stati Uniti, sembrano quindi improbabili grandi sconvolgimenti sul medio periodo.

Bisogna riconoscere ormai che il referendum sullo status dell’isola è assolutamente insufficiente se non inserito previamente in un processo negoziato con gli Stati Uniti, che definisca esiti e procedimenti chiari a seconda del risultato. La proposta del Puerto Rico Self Determination Act, alla luce della nuova attenzione della presidenza Biden alla questione insoluta di Portorico, ha il merito di proporre qualcosa di nuovo per uscire dall’impasse, che si trascina da anni. Dati i rapporti di forza vigenti però, gli unici a poter fare pressione sull’establishment e sull’opinione pubblica statunitense sono i membri della diaspora portoricana, mentre le loro famiglie sull’isola sono schiacciate da incombenze quotidiane, una crisi economica stagnante e problemi concreti nell’accesso ai servizi di base.


Note [1] Per far fronte al debito, nel 2016, con la legge PROMESA, il Congresso statunitense ha istituito il Financial Oversight and Management Board for Puerto Rico o FOMB, conosciuto come “Junta de Control Fiscal”, organo composto da membri nominati dal Presidente e dedicato alla ristrutturazione del debito. La Junta è stata accusata dalla popolazione di aver adottato misure di austerità insostenibili, che avrebbero indebolito irrimediabilmente il sistema pubblico di salute, educazione ed energia. [2] Cfr H. Yan From a debt crisis to Hurricane Maria to a massive texting scandal: Why Puerto Rico is in chaos in CNN 24 luglio 2019. [3] Cfr.V. Stefanello Un’isola che vale la pena possedere: Portorico e il peso della geografia in Limes 29 aprile 2020. [4] Prima il governatore era nominato direttamente dal Presidente degli Stati Uniti. [5] Traduzione italiana dei termini statehood e estadidad, rispettivamente in inglese e spagnolo. [6] Cfr. J. Keller, Navy asks Raytheon to operate and maintain ROTHR over-the-horizon surveillance radar, in Military & Aerospace Electronics, 13 aprile 2016. [7] Cfr. L. Gianfranceschi e G. Forges, USA 2020, i latinos al voto: Analisi del comportamento elettorale della comunità ispanica, in AMIStaDeS, 1 dicembre 2020. [8] U.S. Census Bureau, 2018. [9] CIA, The World Factbook – Puerto Rico, 16 febbraio 2021. [10] Numero che potrebbe essere compreso tra 6 e 7, considerando che l’Iowa con circa 3 milioni di abitanti esprime 6 Grandi Elettori e il Connecticut con 3,5 milioni di abitanti ne esprime 7. [11] Cfr. N. Acevedo, New AOC, Velázquez bill on Puerto Rico's status sparks backlash from pro-statehood lawmakers, in NBC News, 26 agosto 2020. [12] Si ricorda che in ogni Stato vengono eletti due senatori ogni 6 anni. [13] Cfr. S. Gamboa, What do Senate runoffs in Georgia have to do with Puerto Rico statehood?, in NBC News, 6 dicembre 2020. [14] Cfr Redazione, Mas de 30 organizaciones de boricuas en EE.UU. piden a Biden cancelar la deuda de Puerto Rico y mucho mas in Diario de Puerto Rico, 17 dicembre 2020. Nella lettera si denuncia inoltre la lentezza delle istituzioni federali nel rispondere all’emergenza per l’uragano Maria, chiedendo un urgente versamento di aiuti.



(download)


USA e Portorico tra statualità e autodet
.
Download • 893KB


Bibliografia


· A. Cheatham, Council on Foreign Relations, 2020 «Puerto Rico: a U.S. Territory in Crisis»

· CIA, The World Factbook – Puerto Rico, 16 febbraio 2021.

· J. Keller, Navy asks Raytheon to operate and maintain ROTHR over-the-horizon surveillance radar, in Military & Aerospace Electronics, 13 aprile 2016.

· A. Marchionna, Internazionale, 2017 «Il dramma di Puerto Rico è già stato dimenticato»

· H. Peón, Harvard Political Review, 2020 «It Is 2020, and Puerto Rico Is Still a Colony»

· H. Rios Maury, Política Exterior, 2020 «Puerto Rico, la guerra del estatus»

· Redazione, Limes, 2017 «Poca voglia di USA a Portorico»

1.329 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page