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Ruoli e sviluppo della marina militare pakistana

Fig.1: Bandiera della marina militare pakistana (foto: Wikipedia)

1. Introduzione


Nel contesto della sicurezza nazionale pakistana, l’aspetto marittimo ricopre un ruolo centrale anche considerando che il 95% del volume del commercio nazionale del Paese viene trasportato via mare.


Nonostante questo, il rapporto del Pakistan con il dominio marittimo è stato fortemente condizionato da inclinazioni politiche prevalentemente continentali (legate alla percezione della minaccia proveniente dai confini terrestri) che hanno determinato la mancanza di una vera e propria tradizione marittima nazionale e di una visione di sviluppo strategico che vadano oltre l’industria marittima e la portualità.


La costa pakistana si estende per 1001 km dall'India verso l’Iran, Karachi rappresenta la sola grande città costiera. Il Paese si trova al 74-esimo posto nella classifica mondiale in termini di estensione costiera, e al 64-esimo per quanto riguarda le dimensioni della propria Zona Economica Esclusiva (EEZ) i cui attuali 240.000 km2 sono stati recentemente ampliati di ulteriori 50.000 km2.


I porti di Bin Qasim e Karachi gestiscono la maggior parte del traffico commerciale costituito prevalentemente da idrocarburi, carico secco e rinfuse liquide.


A questi si è aggiunto nel 2007 il porto di Gwadar, dal 2013 gestito dalla China Overseas Ports Holding Company (COPHC) e che è diventato un elemento di grande rilievo nel contesto della Belt and Road Initiative (BRI) attraverso il Cina-Pakistan Economic Corridor (CPEC), il quale dovrebbe inoltre collegare la città di Kashgar nello Xinjiang al porto di Gwadar attraverso una rete di autostrade, ferrovie e condotte energetiche.

Cina, Pakistan
Fig.2: Il Cina-Pakistan Economic Corridor (CPEC) (foto: Wikipedia).

Pechino ha intensificato il suo sostegno alla modernizzazione navale del Pakistan al fine di rafforzare le capacità di un partner importante nell'affrontare le sfide alla sicurezza che la Cina deve affrontare nella regione dell'Oceano Indiano (IOR), in particolar modo per la tutela delle proprie rotte commerciali. Questa iniziativa, infatti, si colloca in un contesto di espansione degli interessi cinesi nella regione: la Cina ha progressivamente incrementato la sua presenza navale nello IOR, stabilendo la sua prima struttura militare d'oltremare nel Corno d'Africa a Gibuti.


Per quanto riguarda l’economia marittima del Paese, l'industria ittica pakistana vale circa 1,2 miliardi di dollari, rappresenta solo lo 0,1% del PIL e fornisce, direttamente e indirettamente, occupazione a circa 1,5 milioni di persone. La flotta marittima mercantile è composta complessivamente da sole 12 navi che rappresentano il 9,38% del totale del commercio nazionale.


Un contributo significativo all’economia nazionale è dato dalla demolizione o dal riciclaggio delle navi. Negli anni '80, il Pakistan era il più grande cantiere mondiale per la demolizione delle navi e attualmente il cantiere di demolizione di Gadani fornisce un contributo significativo all'industria siderurgica locale.


2. La marina militare pakistana


In un contesto politico poco attento a quanto avviene oltre la linea della costa, la marina pakistana ha invece costantemente promosso campagne a favore di un adeguato riconoscimento e sviluppo del settore marittimo.


La crescita di una filosofia marittima pakistana si è storicamente confrontata con il pensiero continentale

fortemente radicato, le cui radici risalgono all’epoca dell’impero britannico.


Quando nel 1947 il Pakistan divenne uno Stato, la Royal Pakistan Navy, tentò di sviluppare il potenziale marittimo nazionale attraverso la creazione di una forza navale in grado di garantire l'accesso alle linee di comunicazione marittima (SLOC) in caso di conflitto. Tuttavia, nonostante gli sforzi, in assenza di qualsiasi tipo di visione marittima, politica marittima nazionale, politica marittima o attività di ricerca e sviluppo, il settore è rimasto per lo più quiescente per diversi decenni.


Furono solo gli attacchi navali indiani e i danni che ne derivarono, durante la guerra del 1971 nel Mar Arabico settentrionale, a determinare il riconoscimento della necessità di rafforzare la componente marittima della difesa pakistana. Gli anni '70 possono essere quindi contrassegnati come uno spartiacque nella storia marittima nazionale: furono formulati nuovi regolamenti marittimi e vennero mossi passi significativi verso la costruzione di una capacità navale autosufficiente.

  • Il progresso più significativo durante questo periodo fu l'adozione del Territorial Waters and Maritime Zones Act del 1976 che definì i confini delle zone marittime stabilendovi la sovranità del Pakistan.

  • La prima politica marittima nazionale del Pakistan fu adottata nel 2002 con lo scopo di creare delle linee guida in grado di favorire una visione globale dei cluster marittimi nazionali.

  • Nel 2007, a seguito dell’incidente della Tasman Spirit fu formulato il primo piano di emergenza nazionale per fronteggiare i disastri marittimi, in grado di delineare il ruolo e le azioni da intraprendere in caso di necessità.

  • La dottrina navale pakistana, formulata nel 2018, afferma il ruolo della sicurezza marittima nel contesto nazionale considerata anche la prossimità con lo Stretto di Hormuz: uno dei più importanti choke points mondiali, in particolar modo per quanto riguarda il traffico petrolifero.


Il versante occidentale dell’Oceano Indiano è un'area di grande interesse per il Pakistan e le tematiche relative al contrasto alla pirateria, al terrorismo marittimo, al contrabbando e al traffico di stupefacenti sono di primo piano nella tutela dell’interesse nazionale.

Fregate Cinesi, Marina
Fig.3: Le fregate cinesi Tipo 54A classe Tughrill rappresentano l’assetto di punta per quanto riguarda le unità di superficie della marina del Pakistan (foto: Wikipedia).

3. I compiti delle forze navali


La Marina rappresenta solo il 4% della forza militare nazionale che comprende circa 30.000 elementi di cui 3650 ufficiali. Ha un budget assegnato per l'anno fiscale 2019-2020 di 143,1 miliardi di Rupie (Rs) pari a circa l'11,3% del bilancio della difesa: il più basso tra tutti i servizi militari nazionali.


La strategia di sicurezza marittima mira a:

  1. promuovere la pace e la stabilità regionale;

  2. garantire la sicurezza delle rotte marittime regionali;

  3. salvaguardare l'interesse nazionale;

  4. garantire la deterrenza contro le minacce esterne.

Per raggiungere questi obiettivi, la Marina pakistana si è impegnata in azioni di diplomazia marittima basate sulla partecipazione a esercitazioni internazionali, schieramenti all’estero e attività di tutela ambientale e di ricerca. Tra queste iniziative spicca la costituzione, nel dicembre 2016, della CPEC Maritime Security Task Force finalizzata a garantire la sicurezza marittima nel contesto dello sviluppo del porto di Gwadar.


La crescita sostanziale delle attività marittime negli anni '70 e nei primi anni '80 ha determinato la necessità di migliorare la sicurezza e la protezione nelle acque nazionali con la creazione, nel 1987, di un’agenzia per la sicurezza marittima del Pakistan (PMSA).


Questa, posta sotto l’egida del ministero della difesa, garantisce l'applicazione di leggi, politiche e convenzioni nazionali e internazionali nelle zone marittime del Pakistan.


L'agenzia è anche responsabile della protezione e dell'affermazione della sovranità nelle acque territoriali secondo quanto stabilito dal Maritime Security Agency Act del 1994.


Altre funzioni delegate alla PMSA sono:

  • la protezione dei pescherecci e degli equipaggi pakistani da qualsiasi minaccia, intrusione o interferenze;

  • l’applicazione delle leggi, accordi e convenzioni nazionali e internazionali nelle zone di competenza;

  • l’assistenza e coordinamento della ricerca e del salvataggio e fornitura di tale assistenza nelle Zone Marittime e in alto mare;

  • il contributo al mantenimento ed alla conservazione della qualità della vita marina, prevenzione e controllo dell’inquinamento marino;

  • l’assistenza nella ricerca idrografica e oceanografica, navigazione, emissione di bollettini meteorologici e altre attività scientifiche;

  • la prestazione di assistenza nell'esplorazione petrolifera;

  • il controllo dello sfruttamento non autorizzato di qualsiasi risorsa economica;

  • la cooperazione ed assistenza ad altri dipartimenti (Dogane, PCG) nell'espletamento delle loro funzioni connesse agli affari marittimi.


L'agenzia opera da una sede di comando a Karachi e da cinque basi principali: Gwadar, Pasni, Ormara Korangi (Karachi) e Keti Bandar.


Tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, la leadership del Pakistan ha riconosciuto lo sviluppo delle capacità e la formazione accademica come elementi importanti nello sviluppo del settore marittimo del Paese. Tale circostanza, combinata alla scarsità di professionisti marittimi qualificati, ha portato alla costituzione della Pakistan Marine Academy nel 1976 e il National Istitute of Oceanography (NIO) nel 1981.

Data la mancanza di una più ampia competenza marittima nelle istituzioni nazionali, la Marina ha guidato la creazione del National Center for Maritime Policy and Reasesrch (NCMPR) nel 2007; il centro attualmente funziona come principale think tank nazionale per lo studio multidisciplinare del dominio marittimo.


Un ulteriore importante istituto nazionale di educazione in ambito marittimo è rappresentato dall’Università di Bahria che ha promosso programmi di formazione personalizzati e lauree in materie marittime che mirano a rafforzare il capacity building e soddisfare le esigenze dell'industria marittima nazionale.

Sottomarino, Marina, Pakistana
Fig.4: Il sottomarino Agosta 90B rappresenta l’assetto di punta della componente subacquea pakistana (foto: STM)

4. Sviluppo navale e collaborazioni con Cina e Turchia


Negli ultimi anni, la cooperazione militare Cina-Pakistan si è concentrata principalmente sulle forze navali. In particolare, l'acquisizione di piattaforme tecnologicamente più avanzate dalla Cina è stato un elemento centrale per la modernizzazione della flotta.


Grazie a un accordo da 5 miliardi di dollari firmato nel 2016, il Pakistan acquisirà otto sottomarini diesel tipo 041 di classe Yuan cinese entro il 2028.


Nel mese di gennaio 2022, la marina pakistana ha commissionato la prima fregata missilistica classe Tughril, costruita presso il cantiere navale di Shanghai. La PNS Tughril è una fregata Tipo 54A lunga 134.1 m e con un dislocamento di 4053 tonnellate; possiede un’autonomia stimata di oltre 8000 miglia nautiche e può raggiungere la velocità stimata di 27 nodi. Nel mese di giugno 2022 la Cina ha consegnato la PNS Taimur: la seconda delle quattro fregate Type 054A previste per la marina pakistana.


Insieme alla Cina, anche la Turchia sta svolgendo un ruolo chiave nel rafforzamento e nell'ammodernamento della flotta navale pakistana. Nel 2018, Pakistan e Turchia hanno firmato un contratto per la costruzione di quattro corvette di classe Milgem basate sul progetto delle navi turche di classe Ada. In base all'accordo, la Turchia è tenuta a consegnare quattro navi alla PN entro febbraio 2025. A maggio, la Turchia ha varato la terza corvetta classe Milgem per la PN, la PNS Badr, presso il cantiere navale di Karachi & Engineering Works (KS&EW).


Nel corso della cerimonia del varo della Badr, il primo ministro Shehbaz Sharif ha espresso la speranza di un rafforzamento dei legami nel comparto difesa tra Turchia e Pakistan e suggerito di trasformare il CPEC in un accordo trilaterale tra Cina, Pakistan e Turchia.


Se la Turchia aderirà al CPEC, lo sviluppo dell'infrastruttura portuale di Gwadar sarà una priorità fondamentale. Per la Cina, il porto di Gwadar è la chiave per espandere la propria influenza nell'Oceano Indiano. Una moderna base navale a Gwadar, infatti, potrebbe consentire il pattugliamento delle rotte marittime e il monitoraggio dei pattugliamenti navali degli Stati Uniti nell'Oceano Indiano.


Per quanto riguarda la componente subacquea della flotta pakistana, questa è costituita attualmente da 8 battelli di cui 5 a propulsione diesel-elettrica (SSK) e tre midget submarines entrati in servizio a partire dal 2005.


Il programma di acquisizione dei mezzi subacquei da parte della marina pakistana è cominciato il 1° giugno 1964 con l’acquisizione dalla marina USA dell’USS Diablo, successivamente ribattezzato PNS/M GHAZI (S-130). Si trattava di un mezzo a propulsione diesel-elettrica appartenente alla classe Trench costruita per l’US Navy tra il 1944 ed il 1951.


Tra il 1969 ed il 1971 sono stati acquisiti tre ulteriori mezzi della classe Daphné dalla Francia (PNS/M HANGOR, PNS/M SHUSHUK e PNS/M MANGRO). I battelli, costruiti tra il 1964 ed il 1975 per la Marine Nationale e l’esportazione.


Un’ulteriore acquisizione di un mezzo classe Daphné nel 1974 dalla marina portoghese (PNS/M GHAZI (S-134)) venne seguita, a partire dal 1978, dall’acquisizione di due Agosta 70 destinati originariamente alla marina sudafricana ma poi destinati al Pakistan in conseguenza dell’embargo.


Nel settembre del 1994, il Pakistan e DCN France hanno firmato un contratto per l’acquisizione di tre sottomarini Agosta 90B. La clausola più rilevante prevedeva la produzione della prima barca in Francia, l'assemblaggio della seconda in Pakistan e la produzione completa della terza in Pakistan come parte del progressivo trasferimento di tecnologia. Il primo della classe del sottomarino è stato commissionato il 6 settembre 99 come PNS/M KHALID, che è stato inserito nella flotta PN il 21 dicembre 1999.


Il design dell'Agosta 90B si basa prevalentemente su quello dei sottomarini della classe Agosta-70, già in servizio con le marine francesi e pakistane. La piattaforma è propulsa da un sistema AIP (Air Independent Propulsion) che consente di raggiungere una velocità superiore a 20 nodi in immersione. La quota di collasso stimata è di circa 350 metri. Sono attualmente operativi il PNS Khalid, il PNS Saad ed il PNS Hamza.

(scarica l'analisi)

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Tabelle

Tab.1: Alcuni degli assetti di superifcie più rilevanti della marina pakistana

Bibliografia/Sitografia


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