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Lotta tra fede e razionalità: l’Unione Europea oggi

Aggiornamento: 25 mag 2022

Credits: EFSA, Vittoria Paterno
“Ivan, dimmi: Dio esiste oppure no? Ma parla sul serio! Ho bisogno che tu risponda seriamente (qui sta parlando Fedor Pavlovich)
-No, Dio non esiste.
-Aleksey, Dio esiste?
-Dio esiste.
-Ivan, e l’immortalità esiste, c’è qualcos’altro dall’altra parte, anche qualcosa di piccolo, minuscolo?
-Non esiste neanche l’immortalità.
-Di nessun genere?
-Di nessun genere.
-Lo zero assoluto.
-Aleskha, esiste l’immortalità?
-Esiste.
-Sia Dio che l’immortalità?
-Sia Dio che l’immortalità. In Dio c’è anche immortalità.
-Uhm… è più probabile che abbia ragione Ivan. Oh signore, pensa solo a quanta fede ha sprecato l’uomo, quante forze ha sciupato invano per questo sogno, e ciò da migliaia di anni ormai!” [1]

9 maggio, Giornata dell’Europa: si celebra la pace e l'unità in Europa. La data segna l'anniversario della storica dichiarazione in cui Robert Schuman espose l'idea di una nuova forma di collaborazione politica in Europa.


E forse con la stessa intensità di Fedor Pavlovich ci chiediamo: ma l’Unione Europea esiste? Con il suo stesso bisogno di rassicurazione chiediamo a gran voce: abbiamo creduto nel sogno giusto? Abbiamo riposto correttamente la nostra fede?


Credo oggi la risposta sia: è giusto credere in un’Unione Europea che ci ponga al di sopra di noi stessi, che ci porti a seguire comportamenti virtuosi in quanto parte di una comunità sovranazionale.

L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto.”[2]

Solidarietà di fatto che ha faticato a essere applicata, soprattutto se collegata all’attuazione dell’articolo 80 del TFUE[3].


Eppure, oggi assistiamo a un indebolimento dell’alleanza Visegrad, messa in dubbio proprio dalle posizioni assunte circa la minaccia alla pace che stiamo vivendo, e con essa la minaccia a quei diritti fondamentali decantati nella carta CEDU, già messi in difficoltà dalla pandemia.


È giusto credere in un’Unione Europea che osserva le dimissioni di Fabrice Leggeri, ex Direttore di Frontex, e si fa sempre di più promotrice di una posizione forte contro i respingimenti illegali dei migranti e che difende i diritti fondamentali sanciti dalla carta.


È giusto credere in un’Unione Europea che sancisce l’anno dei giovani 2022, che fa ricerche sull’aggravarsi delle percentuali dei NEET nei Paesi Europei e che adotta soluzioni creative per far sentire le giovani generazioni speranzose per il futuro.


Oggi più che mai, è giusto credere e difendere il Preambolo della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, che sebbene adottata nell’ambito di un’altra organizzazione internazionale, il Consiglio d’Europa, è ormai parte integrante dei valori condivisi da Bruxelles:

Riaffermato il loro profondo attaccamento a queste Libertà fondamentali che costituiscono le basi stesse della giustizia e della pace nel mondo e il cui mantenimento si fonda essenzialmente, da una parte, su un regime politico veramente democratico e, dall'altra, su una concezione comune e un comune rispetto dei Diritti dell'Uomo a cui essi si appellano

È giusto credere in ogni sforzo volto alla salvaguardia e allo sviluppo dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali, come gli studi dell’agenzia europea EIGE per trasmettere una maggiore consapevolezza sull’uguaglianza di genere, non solo in termini di conoscenza ma di politiche di sviluppo che dimostrino come la lotta al divario di genere ed il raggiungimento di stesse opportunità di vita giovino anche alle politiche ambientali.


È giusto credere nei 4 settori prioritari nella sua agenda strategica 2019-2024 (A new strategic Agenda for the EU):

  1. Proteggere i cittadini e le libertà

  2. Sviluppare una base economica forte e vivace

  3. Costruire un'Europa verde, equa, sociale e a impatto climatico zero

  4. Promuovere gli interessi e i valori europei sulla scena Mondiale

È giusto credere in un maggior coinvolgimento e coraggio dell’Unione Europea. Le maggiori sfide odierne sono diventate sovranazionali: la crisi lasciata dalla pandemia, la Guerra, il cambiamento climatico, una protezione sociale per le categorie vulnerabili. Parlare di sovranità degli Stati dinanzi a questi problemi è controproducente e rafforza invece i pensieri antidemocratici e autoritari. Per rispondere alla crisi della democrazia, bisogna osare più democrazia rafforzando ancora di più le istituzioni sovranazionali, e in particolare nell’Unione Europea.

“Siamo immersi in trasformazioni epocali (..)che per essere governate hanno bisogno di nuove idee, del coraggio di saper coniugare grande saggezza e massimo d’audacia. Dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri Fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza.” (Discorso insediamento Presidente David Sassoli)

Riprendo Fedor Pavlovich “Il segreto dell’esistenza umana non è vivere per vivere, ma avere qualcosa per cui vivere”. Riprendiamo quindi ad ispirazione ed impegno le parole pronunciate da David Sassoli al Parlamento Europeo, e diamoci questi obbiettivi per vivere: sarà allora giusto e sacrosanto credere in questa Unione Europea.


Note

[1] F. M. Dostoevski, I Fratelli Karamazov [2] Dichiarazione Schuman. [3] Articolo 80 TFUE: “Le politiche dell'Unione di cui al presente capo e la loro attuazione sono governate dal principio di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario. Ogniqualvolta necessario, gli atti dell'Unione adottati in virtù del presente capo contengono misure appropriate ai fini “dell'applicazione di tale principio.

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