La cooperazione tra NATO e Unione Europea e la strategia russa di manipolazione delle informazioni
Aggiornamento: 14 dic 2020
(di Sara Ferragamo)
Introduzione
Negli ultimi anni la posizione assertiva assunta dalla Russia e la strategia globale di prevenzione della guerra hanno indotto un drastico aggiornamento dell’approccio occidentale alla difesa. Dal 2014, quando la Russia ha annesso la Crimea, suscitando l’indignazione di buona parte della comunità internazionale, il concetto di guerra ha subìto una ridefinizione grazie all’uso sistematico di tattiche strategiche e metodi di intromissione quali la propaganda, le campagne di sovversione, la manipolazione, le interferenze programmate fino all’imitazione, come si vedrà in dettaglio più avanti, delle iniziative occidentali. Per tale ragione, la NATO e l’Unione Europea hanno iniziato ad accordarsi sulla divisione dei compiti in materia di sicurezza. Hanno deciso di sviluppare un approccio integrato basato sulla cooperazione tra agenzie e su incontri periodici tra esperti oltre a rafforzare i legami tra società civile e governi nazionali in modo da combinare hard power e soft power, forza militare e diplomazia.[1]
1. La propaganda al servizio della logica “divide and rule”
La propaganda, in particolare, ha da sempre rappresentato per la Russia un’arma con uno scopo strategico mirato: massimizzare il potere dei gruppi dirigenti sia all’interno dei confini nazionali sia di quelli internazionali. Sin dall’epoca stalinista la propaganda è stata al servizio dell’amministrazione come strumento di politica totalizzante. Ha assunto i connotati di propaganda politica che ambisce a gestire i mezzi di comunicazione per scopi di potere. Nell’ottica russa non è solo un mezzo di comunicazione strategica e di sottile indottrinamento psicologico bensì un vero e proprio sistema con un preciso obiettivo a lungo termine: l’ottimizzazione del costo del potere. La diffusione di informazioni fuorvianti permette di economizzare i costi oggettivi della macchina del potere. Ai tempi dell’ex Unione Sovietica venne coniato il termine “Misure attive” per definire una serie di azioni mirate ad influenzare eventi, tendenze e comportamenti in paesi stranieri. Durante la Guerra Fredda la Central Intelligence Agency (CIA) scelse una contromisura che non prevedeva un confronto diretto, al contrario, faceva ricorso ad un’operazione sovversiva volta a screditare le informazioni sovietiche. Identificare l’informazione, esporla e poi rimandarla indietro smontandone la veridicità si rivelò funzionale all’amministrazione Reagan perché rassicurava il pubblico avvalendosi di prove empiriche.[2]
2.Le nuove velleità russe in materia di guerra asimmetrica
Oggi la situazione appare diversa nelle intenzioni di fondo dato che la Russia di Putin non ha come priorità la volontà di apparire veritiera ad ogni costo. Ciò significa che le armi del passato non si addicono più ad un contesto operativo fluido e denso di asimmetrie in cui l’avversario diffonde il maggior numero possibile di messaggi artificiali al fine di persuadere il pubblico che la verità sia impossibile da trovare dietro la miriade di potenziali alternative. L’ identificazione di "guerra ibrida" è attribuibile agli analisti militari statunitensi per spiegare i cambiamenti nelle caratteristiche strutturali della guerra, nonché i problemi legati alla capacità di adattamento delle forze armate statunitensi sul campo a seguito di questi cambiamenti. Un dibattito che ha avuto luogo in seguito all’ampliamento dello spettro metodologico di guerra inaugurato dai talebani, che mescola metodi convenzionali e irregolari e alle difficoltà riscontrate nella risposta convenzionale occidentale a tale minaccia.[3]
3. La cooperazione integrata NATO-UE in materia di minacce ibride
La Dichiarazione congiunta sottoscritta dal Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg e dai Presidenti della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e del Consiglio Europeo Donald Tusk nel luglio 2016 ha creato un quadro di collaborazione istituzionale sulle minacce ibride ed identificato una serie di princìpi per contrastare il tentativo della Russia di rimodellare l’ordine geopolitico mondiale. La Russia ha svelato che il tallone d’Achille della gestione della sicurezza da parte dell’Occidente risiede nella debolezza interna agli stati e la conseguente inabilità a rispondere congiuntamente e prontamente alle crisi. Al contrario, la politica russa nei confronti delle Repubbliche Baltiche ha mostrato la capacità del Cremlino di aggiornare le precedenti tattiche sovietiche per renderle parte di una più ampia strategia di indebolimento della credibilità delle istituzioni occidentali.[4] Mostrare l’inadeguatezza delle stesse nel provvedere alla sicurezza dei paesi membri è un obiettivo finalizzato a proporsi come valida alternativa per combattere gli scenari di insicurezza che ha contribuito ad alimentare con notizie artificiali. La strategia americana rivelatasi efficace durante la Guerra Fredda è stata assimilata dalla Russia, reinventata ed utilizzata ai danni degli Occidentali. La diplomazia russa adotta come elemento di destabilizzazione lo screditamento della coesione e della ragion d’essere delle organizzazioni internazionali per ottenere un duplice effetto: vulnerabilità istituzionale e vulnerabilità all’influenza russa.[5]
4. Il contesto operativo della disinformazione russa e la pianificazione verticale del potere
Quello che sorprende e spiazza delle varie misure utilizzate dalla dirigenza russa è la loro sofisticatezza tattica e, soprattutto, il livello di coordinamento delle varie parti. La coordinazione delle soluzioni tattiche usate in aree differenti, attraverso un reticolo così ampio di istituzioni governative e in un lasso di tempo prolungato, rimandano alla lezione strategica di gestione impiegata dal KGB sovietico. Tutte le componenti dell’imponente macchina tattica di controllo e manipolazione dell’informazione pur essendo parte di un processo unico, sono concepite ed integralmente coordinate al vertice del potere. Essa comprende attività informatiche condotte dall’intelligence, attività di agenzie intergovernative e media, intermediari e lobby, hackers e troll finanziati dallo stato. La conduzione della disinformazione ricalca fedelmente il processo del servizio segreto sovietico, abile nel coprire l’esecutore ma di fatto strumento nelle mani del controllo verticale del potere. Il ruolo dell’Amministrazione presidenziale é fondamentale per mantenere il controllo e l’influenza sul consenso in un paese altamente de-istituzionalizzato come la Russia. Ragion per cui la pianificazione degli obiettivi e la loro materiale esecuzione dovendo coprire bersagli multipli in aree geografiche differenti passa attraverso piattaforme ampie con la complicità di attori diversi.[6]
5. La priorità strategica nella lotta alle minacce asimmetriche: il concetto di forward resilience
Per tale ragione la NATO e l’UE hanno compreso la necessità di sviluppare azioni combinate volte ad adattare, anticipare e negare l’uso strategico della forza non militare. La natura transnazionale delle minacce ibride ha portato all'attenzione la cosiddetta “forward resilience” o resilienza prospettica. La NATO e l'UE possono cooperare con successo in aree in cui le loro attività si sovrappongono. Le principali sfide da affrontare includono il rafforzamento della resilienza, della protezione delle infrastrutture critiche, il miglioramento delle simulazioni congiunte per il personale civile e militare, la cooperazione per l'analisi delle informazioni e la condivisione dell'intelligence. Le due organizzazioni stanno potenziando la capacità di anticipare, prevenire e risolvere azioni dirompenti mirate agli elementi fondamentali delle funzioni sociali. L'UE è già impegnata nella comunicazione strategica e nella valutazione delle vulnerabilità sia ad est che a sud con il dispiegamento di task forces specifiche.[7]
Inoltre, il NATO StratCom COE, il Centro di eccellenza NATO per la comunicazione strategica a Riga e l'istituzione da parte dell’UE di un’agenzia complementare hanno dato un contributo significativo alla valutazione e alla lotta contro l'influenza dannosa. In questa direzione, l’ Hybrid CoE, il Centro europeo di eccellenza per contrastare le minacce ibride a Helsinki è stato creato come piattaforma neutrale per colmare una lacuna comune ad entrambe le organizzazioni al fine di mappare le minacce ibride e migliorare la resilienza. L'UE sta lavorando per accelerare la risposta nella gestione delle crisi e ciò potrebbe risultare più efficace migliorando la sinergia con le attività di risposta rapida della NATO e promuovendo regolari addestramenti civili e militari congiunti. Poiché la resilienza si basa su uno spettro comprendente le strategie nazionali, il monitoraggio e la collaborazione nell’individuazione preventiva della minaccia, ciò richiede il superamento della resistenza burocratica tra la NATO e l'UE.[8]
Conclusione
In virtù di quanto sopra, un ruolo importante dovrebbe essere assegnato al miglioramento della condivisione dell'intelligence e della valutazione del rischio. La sfida sarà quella di superare la sfiducia reciproca e creare un canale per la condivisione di informazioni classificate tra la NATO e l'UE in modo sistematico. Le azioni russe appaiono ambigue e quindi una più intensa collaborazione tra la NATO e l'UE potrebbe impedire al Cremlino di trarre vantaggio dalla necessità del consenso per una decisione comune tra le due organizzazioni e di sfruttare il tempo a suo vantaggio.
Note bibliografiche
[1] https://www.afsa.org/working-nato-address-hybrid-threats
Si veda inoltre: https://www.natolibguides.info/hybridwarfare/documents
[2] https://kvit.ukma.edu.ua/wp-content/uploads/2017/10/8.-Kremlin-Propaganda.pdf
Si veda inoltre: Van Harpen, M.H, Putin's Propaganda Machine: Soft Power and Russian Foreign Policy, Rowman & Littlefield, 2015.
[3] https://core.ac.uk/download/pdf/52131503.pdf
[4] https://www.nato.int/cps/en/natohq/official_texts_156626.htm
[5] https://www.nature.com/articles/s41599-019-0227-8
[6] Nalbandov, R., Not by Bread Alone: Russian Foreign Policy Under Putin, University of Nebraska Press, 2016.
[7] https://www.ui.se/globalassets/ui.se-eng/publications/ui-publications/2017/brief-6-resilience.pdf
[8] Bajarūnas, E., Addressing Hybrid Threats: Priorities for the EU in 2020 and Beyond, SAGE Journals, March 22 2020. Si veda inoltre: https://stratcomcoe.org/eu-and-nato-welcome-hybrid-coe