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L'eterno ritorno del conflitto mediorientale

(di Irene Piccolo)

In quello che per i cristiani era il Venerdì Santo, precedente la Pasqua, là nella biblica Terra Promessa è stato giorno di scontri. Quel giorno infatti ha preso il via, dal sud della Striscia di Gaza, la Grande marcia del ritorno convocata da Hamas nell'anniversario dell'esproprio da parte del governo israeliano di terre di proprietà araba in Galilea, il 30 marzo 1976 (c.d. Giornata della Terra). La durata prevista per queste proteste è di sei settimane, essendo la conclusione fissata al 15 maggio, anniversario della fondazione di Israele (per i palestinesi "Nakba", la "catastrofe", perché molti dovettero abbandonare per sempre case e villaggi).

Data delicata giacché intorno al 14 maggio è programmata l’inaugurazione della nuova ambasciata americana a Gerusalemme.

Da venerdì ad oggi il bilancio è di 17 palestinesi uccisi, un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e un Consiglio della Lega Araba convocati d’urgenza.

In questa stringa, tuttavia, non si vuole dare conto delle modalità degli scontri e delle varie ricostruzioni, fatte da un lato e dall’altro, degli incidenti avvenuti. Bensì si vuole mettere in luce un aspetto sempre troppo poco preso in considerazione quando si parla del conflitto che imperversa da decenni tra palestinesi e israeliani: la terra. Pertanto, ne approfittiamo per segnalarvi questo brevissimo estratto video.


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