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La diaspora senegalese davanti a uno specchio: dalla pandemia a nuove strategie

Aggiornamento: 8 apr 2022

1. Introduzione


Nel corso degli ultimi decenni, i flussi migratori sono infatti aumentati in modo significativo, proliferando di volta in volta nelle rispettive organizzazioni e nei loro percorsi. Al giorno d'oggi, è possibile considerare l'evoluzione delle migrazioni come una complessa questione globale, che ha contribuito a rimodellare l'idea comune di società. La continua evoluzione dei flussi ridefinisce gli scenari socio-politici, influenzati negli ultimi anni anche dal Coronavirus.


In specifici periodi storici, come quello che abbiamo vissuto negli ultimi due anni e che stiamo ancora vivendo, la diffusione di una pandemia globale sembra aver delineato ulteriori problemi, facendo emergere una sorta di divisione in classi sociali. Più specificamente, quel che voglio far notare è che per quanto un virus non faccia distinzione tra etnie o classi sociali, è altrettanto vero che alcune persone, in risposta alla pandemia, si siano sentite maggiormente penalizzate. Oltre ad avere esigenze economico-politiche, le persone migranti necessitano nel Paese d’accoglienza di una integrazione tutto tondo.


La tutela dei loro diritti si è aggiunta all'assistenza sanitaria, alla questione di sicurezza e al mondo del lavoro? Se la vita di ogni essere umano si modella nell'inevitabile contatto con la comunità, cosa succede quando scoppia un virus pandemico e diminuiscono le interazioni sociali? In questo scenario, come le associazioni di migranti si sono mosse per il riconoscimento di quei diritti connessi anche allo spazio sociale della vita quotidiana? Come hanno lavorato sulla loro stessa organizzazione?


2. Covid-19 e comunità migranti


L'Italia è stato il primo Paese ad affrontare la pandemia Covid-19 dopo la Cina, diventando il principale attore in tutta l'Europa occidentale. Il governo italiano ha deciso presto di affrontare questa situazione, proclamando un primo stato di emergenza per passare subito dopo a un blocco totale.


Durante la prima fase di Coronavirus in Italia, i più colpiti dal virus sembrano essere stati gli anziani, certamente soggetti più fragili che, tenendo conto di malattie passate o di varie difficoltà, hanno spesso dovuto affrontare le conseguenze più gravi di questo virus. Per quanto riguarda i migranti, data l'iniziale assenza di pazienti di origine straniera in Italia, alcune opinioni non condivise parlavano di una presunta reazione del virus su base etnica, secondo l'immunità genetica o la prevalente giovane età della popolazione africana in Italia[1]. Un ruolo non affatto scontato è stato qui svolto dai social network che, in condizioni difficili e in un clima di continua pressione, caricavano i migranti – principalmente di origine africana – di presunte immunità e riti particolari diffusi nel loro continente. Contributi di questa portata sono stati generati anche dal cosiddetto mito dell'immunità nera, diffusa erroneamente negli Stati Uniti come tendenza emergente durante la fase iniziale di contagio del virus e presto negata da diverse ricerche[2].


Sorvolando in questa sede su tali teorie, resta che molti stranieri nella penisola italiana e altrove hanno dovuto affrontare la procrastinazione nella diagnosi e il ritardo nel vedere i servizi sanitari riconosciuti, con un aumento della probabilità di morte. A queste difficoltà sperimentate direttamente dai cittadini stranieri si aggiungono i tentativi di resilienza e nuove forme di risposta da parte delle comunità migranti che, in un momento di estrema difficoltà, hanno compreso meglio i loro punti deboli e quegli aspetti da migliorare necessariamente. È il caso della diaspora senegalese in Italia.


3. Il caso della diaspora senegalese

https://www.tuttitalia.it/statistiche/cittadini-stranieri/senegal/

Al primo gennaio 2021 in Italia si contavano 111.092 senegalesi su 5.171.894 stranieri in Italia (2,1%)[3].


Secondo i dati riportati dall’Istituto nazionale di Statistica, nel considerare il radicamento delle associazioni senegalesi in Italia, appare particolarmente esplicativo lo stabilimento dei senegalesi stessi in alcune aree del Bel Paese rispetto ad altre. Facendo fede a un censimento delle associazioni migranti senegalesi in Italia realizzato dall’ambasciata senegalese, emerge che molte associazioni sono state create e operano nelle cinque regioni italiane con maggiore densità di migranti senegalesi, quali Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte. Qui, rispetto ai dati dell’Istituto nazionale di Statistica, si conta al primo gennaio 2021 un aumento della popolazione rispetto all’anno precedente di +1,7% in Lombardia, + 5,9% in Toscana, +5,0% in Emilia-Romagna, +3% in Veneto e +3,6% in Piemonte[4].


Queste considerazioni ci permettono di prendere in esame come l’associazionismo senegalese sia oggi strettamente ricollegabile alla ricerca di opportunità e condizioni di lavoro migliori. Tuttavia, la pandemia ha dimostrato ancora una volta che nonostante la comunità senegalese in Italia sia sempre pronta a mobilitarsi nelle situazioni di emergenza, sia necessario il rafforzamento di un vero sistema di welfare per azioni perenni di assistenza sociale e di protezione ai membri della diaspora sotto diversi punti di vista.


A testimoniarlo la diaspora stessa con dei dati raccolti grazie a un lavoro collettivo e oggi reperibili nel primo Rapporto intracomunitario sui senegalesi. Si tratta di un lavoro che la comunità, con una partecipazione attiva delle seconde generazioni e di numerose donne senegalesi nel team di pilotaggio e nella conduzione in tandem degli ateliers, ha deciso di mettere a disposizione dello Stato senegalese e che analizzeremo in questa sede.


4. Dall’esperienza pandemica a Waxtaanu diaspora


Nel contesto pandemico, il confronto tra la gestione della pandemia e i suoi effetti sulla mobilità (e non solo) ha fatto emergere una serie di problematiche e di aspetti da rafforzare che riguardano la diaspora.


La presenza senegalese fuori dal Paese, sia a livello continentale che oltreoceano, è simbolo di una grande mobilità della popolazione. Le migrazioni internazionali senegalesi sono un tratto caratteristico del Paese e del quale possono beneficiare non soltanto i singoli migranti e le realtà a loro vicine quanto, se ben organizzate e traendone il massimo del “profitto”, anche le realtà associative e organizzative, i Paesi di approdo e il Senegal stesso.


È in quest'ottica che nasce e si sviluppa la proposta di affrontare determinati punti deboli della diaspora senegalese in Italia attraverso la costituzione di una piattaforma, la Waxtaanu diaspora, che – come strumento autofinanziato dai suoi iniziatori e partecipanti in uno slancio volontario e di cittadinanza attiva – tende a sviluppare riflessioni e proporre nuovi assi risolutivi sulla base di temi emersi come strategici.


Si tratta di un quadro di riflessione e di ricerca che potrebbe condurre alla formulazione di nuove proposte e sperimentazioni con l’obiettivo ultimo di co-creare un "capitale sociale" che ottimizzi le potenzialità della diaspora e contribuisca all'empowerment delle comunità senegalesi in Italia. Ad oggi, la piattaforma raccoglie un campione di 1/1.000 della presenza senegalese in Italia e conta 300 iscritti, 130 partecipanti nei workshop e più di 90 riunioni, oltre a sei aree tematiche rispetto alle quali la diaspora ha esaminato punti di debolezza e ragionato su possibili nuove strategie d’azione e raccomandazioni.


5. Quali sono gli ateliers tematici?

https://www.vipeoples.net/Le-mouvement-de-la-diaspora-Senegalaise-de-Scandinavie-lance-un-appel-a-l-Etat-du-Senegal_a42239.html

Il Report si sofferma primariamente sul modello comunitario della diaspora, interessandosi alla sfida dell’integrazione. In questo caso, i ricercatori senegalesi mirano a trovare il giusto equilibrio tra le esigenze culturali del Paese d'origine e le realtà di quello ospitante, oltre a toccare temi quali l’identità personale e del meticciato culturale con le cosiddette seconde generazioni come attori principali.


Da un punto di vista economico, invece, si pone principalmente attenzione al tema dell'economia comunitaria e finanziaria solidale. L’economia comunitaria senegalese appare ancora molto poco efficiente rispetto alle reali potenzialità che potrebbe vantare ed è per questo che tra gli obiettivi primari emerge un rafforzamento della governance della stessa. Appare necessario quindi trovare il modo di canalizzare i fondi in investimenti produttivi e ne sono esempi le catene di valori che assicurano la distribuzione in Italia di prodotti coltivati e/o trasformati in Senegal e viceversa. Per quel che riguarda la finanza solidale, anch’essa subisce molti limiti nella sua evoluzione in termini di aspetti organizzativi e comportamentali, ma anche di fronte al rispetto dei principi di funzionamento di un'economia sociale quali la vitalità economica delle strutture, gli obiettivi sociali e/o ambientali, l'inquadramento dei profitti e la condivisione della governance.


Sul tema della governance, inoltre, è emerso il ruolo fondamentale di strutture di accompagnamento dei senegalesi all’estero con uffici ad hoc, puntando su una sinergia positiva tra la diaspora e il governo del Senegal basata su una visione condivisa e su obiettivi comuni alle parti. In Le migrazioni internazionali senegalesi: sfide scientifiche e prospettive politiche, Hamidou Dia – dopo un’analisi storica dell’evoluzione dei flussi migratori senegalesi– fa emergere i punti di falla delle relazioni tra i poteri pubblici e i senegalesi all’estero già dal 2013. Identificando la questione migratoria come “al tallone d’Achille della diplomazia senegalese”[5]. Nella ricerca si delinea il tentativo dello Stato di captare le rimesse orientandole verso degli investimenti (piano economico), il frequente abbandono delle famiglie da parte dello Stato che restano in completo affido ai propri cari all’estero (piano politico). In breve, emerge quindi come le classi politiche del Senegal esaltino i migranti in relazione a questione finanziare ed elezioni politiche, rendendoli soggetti del tutto fragili nelle negoziazioni fra Stati e rispetto alle famiglie rimaste nel Paese.


6. Pensare in prospettiva


Engagement, responsabilità, competenze e trasformazione digitale delineano la nuova strategia – coerente e inclusiva – per rispondere ai punti accennati nel paragrafo precedente e per creare e investire in nuovi processi che possano avvicinare la diaspora alle organizzazioni istituzionali, rendendola più strutturata e forte nelle relazioni intercontinentali.


Per riportare qui le proposte menzionate nel prodotto reportistico, in prima battuta, mi soffermo sul tema legato all’identità culturale e del métissage. Alla luce di questo macro tema, le iniziative proposte dalla diaspora sono la creazione di un Istituto culturale senegalese, la stesura di un calendario delle manifestazioni culturali senegalesi in Italia, un annuario degli artisti senegalesi su piattaforma online oltre all’elaborazione di una didattica interculturale, la promozione di iniziative per i giovani della seconda generazione e, ancora, la divulgazione della lingua wolof.


Sul tema della governance della diaspora, gli obiettivi sono la concessione di un patrocinio per un ministero incaricato della diaspora (o di un'agenzia dipendente dalla presidenza della Repubblica); la creazione di un quadro unitario rappresentativo della diaspora senegalese come punto di riferimento e interlocutore affidabile, l'istituzione di un sistema di gestione della diaspora e nuove strategie per rafforzare e valorizzare i media della diaspora stessa.


Nelle vesti di attore dinamico e protagonista tanto nel Paese d’accoglienza quanto in Senegal, non è possibile tralasciare il tema della partecipazione attiva allo sviluppo. In tal senso, appaiono necessari la creazione di un fondo della diaspora e di una sorta di Banca della diaspora, il rafforzamento dei sistemi bancari e le valorizzazioni delle spedizioni attraverso il consumo senegalese e il risparmio familiare. Fondamentale un incubatore dedicato ai progetti degli immigrati italiani (attualmente in corso) e la divulgazione e l’ampliamento di alcune best practices a tutta la comunità.


7. Conclusioni


Scrivere di diaspora è complesso perché è un tema multidimensionale.


Nel caso senegalese, le buone pratiche e la forte base associativa non esimono da grandi lacune nel guardare a questo modello come caso perfettamente in linea con le evoluzioni del fenomeno migratorio (vedi transnazionalismo/circolarità) e del contesto sociale e politico di realtà sempre più interconnesse.


La pandemia e le sue conseguenze rappresentano un momento storico, e per certi versi di ripartenza, che ha permesso un’analisi approfondita di dinamiche malsane e di lacune organizzative nell’impossibilità della diaspora di muoversi e di agire liberamente.


La scelta di procedere su macro temi e declinarli ha permesso di stilare un elenco di azioni necessarie per agire efficacemente e ottenere nuovi riconoscimenti e un nuovo posizionamento.


Del resto, la diaspora è parte integrante dei Paesi e, in tal senso, deve essere riconosciuta e apprezzata.


(scarica l'analisi)

La diaspora senegalese davanti a uno specchio dalla pandemia a nuove strategie - Valentina
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Note

[1] Dente M. G., Amato L., Tosti M. E., Costabile E. and Declich S., Pandemia di COVID-19 in Africa: un evolversi pieno di incognite, Centro Nazionale per la Salute Globale, ISS, 2020. Last updated: 10 September 2020. [2] Cato L. T. and McClinton A., The COVID-19 pandemic: a call to action to identify and address racial and ethnic disparities in Journal of racial and ethnic health disparities 7.3, 2020, pp. 398-402. [3] https://www.tuttitalia.it/statistiche/cittadini-stranieri/senegal/ [4] Ibidem [5] Hamidou D., Le migrazioni internazionali senegalesi: sfide scientifiche e prospettive politiche A. Piga (a cura di), Senegal: culture in divenire nell'Africa Occidentale, Serravalle (Repubblica di San Marino), Aiep, 2013, pp. 67-81.


Bibliografia/Sitografia

  • Amato G. L., Tosti M. E., Costabile E. and Declich S., Pandemia di COVID-19 in Africa: un evolversi pieno di incognite, Centro Nazionale per la Salute Globale, ISS, 2020. Last updated: 10 September 2020.

  • Cato L. T. and McClinton A., The COVID-19 pandemic: a call to action to identify and address racial and ethnic disparities in Journal of racial and ethnic health disparities 7.3, 2020, pp. 398-402.

  • Hamidou D., Le migrazioni internazionali senegalesi: sfide scientifiche e prospettive politiche A. Piga (a cura di), Senegal: culture in divenire nell'Africa Occidentale, Serravalle (Repubblica di San Marino), Aiep, 2013, pp. 67-81.

  • Fall Malick and Aly Baba Faye, Sénégalais d’Italie, 1er Rapport d’étude intracommunautaire sur la diaspora sénégalaise en italie 2020, 2020.

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