Cosa succede nel mondo? 12-18 settembre 2020

EUROPA

BIELORUSSIA – Rimane allarmante la situazione in Bielorussia dopo la repressione violenta delle proteste esplose a Minsk e in tutte le principali città del Paese in seguito alla riconferma del presidente Aleksandr Lukashenko per un sesto mandato con oltre l’80% delle preferenze.
Il 17 settembre il presidente ha annunciato la chiusura delle frontiere con la Polonia e la Lituania. Il confine occidentale sarà presidiato dall’esercito bielorusso. Nel frattempo, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione con la quale si rifiuta di riconoscere Lukashenko come presidente legittimo una volta che il presente mandato giungerà a termine, il prossimo 5 novembre.

SPAGNA – Il governo spagnolo ha rianimato il dibattito sulla memoria storica approvando una legge che proibisce l’esaltazione del franchismo e impone multe fino a 150.000 euro per tutti gli omaggi al dittatore. Come spiega El Pais, saranno aggiornati i programmi scolastici e universitari con l’introduzione di contenuti sulla memoria e sui valori della Spagna democratica. La norma contempla, inoltre, l’istituzione di una Procura che si occuperà di coordinare il lavoro di riparazione delle vittime.

GRAN BRETAGNA – La House of Commons ha approvato l’Internal Market Bill, la legge sul mercato interno che prevede, in violazione dell’accordo di divorzio dall’Unione europea, decisioni unilaterali sui controlli delle merci che dalla Gran Bretagna arrivano in Irlanda del Nord e sugli aiuti di Stato. Lo spettro della No Deal Brexit non è ancora eliminato del tutto, poiché l’Ue ha minacciato di ricorrere alle vie legali. Un’uscita senza accordo avrebbe conseguenze economiche e politiche pesantissime per il Regno Unito.
AMERICA LATINA

VENEZUELA – Una missione del Consiglio ONU per i diritti umani ha accusato le autorità del Venezuela di aver commesso “crimini contro l’umanità”, in riferimento ai casi di uccisioni, tortura, violenza e sparizioni forzate verificatisi per mano o con la complicità del governo di Maduro dal 2014 ad oggi. Il report nel quale le violazioni sono documentate sarà presentato ai membri del Consiglio la prossima settimana, quando il Venezuela avrà la possibilità di rispondere delle accuse.
MENA

LIBIA – A Tripoli, in molti questa settimana si sono riuniti per protestare contro le decisioni prese dal premier Fayez Al-Sarraj, inclusa quella relativa alla nomina di Mohammed Bayo, un ex membro della guardia rivoluzionaria di Gheddafi, a capo dell’Istituzione nazionale che gestisce i mezzi di comunicazione nel Paese. Come riporta The Lybia Observer, i manifestanti si sono riuniti nei pressi del quartier generale del Consiglio presidenziale per richiedere migliori condizioni di vita e servizi. Nel frattempo, con un messaggio alla TV pubblica, Al-Sarraj ha annunciato le proprie dimissioni. Lascerà l’esecutivo entro fine ottobre.

GRECIA/CIPRO – Lo scorso 12 settembre, gli Stati Uniti e l’amministrazione della Repubblica di Cipro hanno firmato un memorandum d’intesa che istituisce un centro per la formazione sulla sicurezza transfrontaliera, il Land, High Seas and Port Security Center, nella zona greca dell’isola. Come riportato da Yeni Safak, il ministro degli esteri turco ha commentato sostenendo che l’accordo complica gli sforzi per risolvere la contesa greco-turca sull’isola di Cipro, invece che contribuire alla pace e alla sicurezza.
ESTREMO ORIENTE

GIAPPONE – Yoshihide Suga è stato eletto alla presidenza del partito liberale democratico del Giappone. In quanto leader del partito di governo, Suga diventerà quasi certamente il nuovo primo ministro del paese, in seguito alle ormai note dimissioni di Shinzo Abe. Suga, politico di lungo corso, ha già promesso di continuare la politica economica del suo predecessore, la cosiddetta Abenomics.