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Coronavirus: che impatto ha sull’industria spaziale?

Aggiornamento: 14 dic 2020

L’industria spaziale dei paesi leader nel settore sta subendo ritardi a causa della rapida diffusione del Sars-CoV-2, il virus che causa la malattia denominata Covid-19. Il motivo ha a che fare con le risorse umane: la ricerca e l’esplorazione spaziale per funzionare non hanno solo bisogno di satelliti in orbita ma anche di persone che costruiscano i dispositivi e preparino i siti di lancio. Le grandi agenzie spaziali e le imprese stanno riducendo al minimo il dispiegamento del loro personale.

L’esplorazione del così detto quarto ambiente è sempre stata l’indicatore della capacità dell’uomo di andare oltre i confini stabiliti. Ora, invece, il Covid-19 ci costringe non solo a stare a casa ma ci incatena a terra, letteralmente. Tuttavia, le missioni già avviate non si fermano e, con il progressivo appiattimento della curva dei contagi, i lavori ricominceranno appena possibile.

Cominciamo dall’Europa, dove il virus ha costretto l’ESA (Agenzia spaziale europea) a rimandare al 2022 ExoMars 2020: la missione euro-russa, a cui l’Italia contribuisce con un 40% dell’investimento, che punta ad indagare le caratteristiche geochimiche del pianeta operando sul suolo e nel sottosuolo marziano. La prima fase di ExoMars è stata lanciata nel marzo 2016 e prevedeva il posizionamento di una sonda in orbita e l’atterraggio di un modulo di discesa chiamato Schiaparelli, in onore di un astronomo italiano. Lo schianto di quest’ultimo a causa di un malfunzionamento tecnico creò evidente imbarazzo tra le file dell’ESA. Onde evitare situazioni di questo genere la seconda fase, che prevede l’atterraggio di un rover (Rosalind Fanklin rover) sulla superficie, è stata rinviata a settembre 2022. Il Coronavirus ha agito come causa catalizzatrice di un’idea che era già nell’aria. Durante la conferenza stampa tenutasi il 12 marzo il Direttore generale dell’Agenzia spaziale ha dichiarato infatti che il rinvio della missione era stato deciso soprattutto per ragioni tecniche, in particolare per un malfunzionamento dei paracadute in fase di test, e che sarebbero stato necessario un maggior numero di verifiche per assicurare un viaggio sicuro e i migliori risultati scientifici. [1] È inoltre importante notare che molte sonde europee già attive – tra cui Mars Express e Solar Orbiter - sono state messe in safe mode [2] fino al rientro in loco dei tecnici.

Dall’altra parte dell’oceano, la NASA ha confermato alcune missioni e ne ha sospese altre costringendo gran parte dei suoi impiegati al telelavoro. Tra le missioni per ora confermate troviamo Mars 2020 che punta a posare in un cratere marziano (Jezero) un rover, Perseverance, che analizzerà tracce biologiche e fossili e sarà altresì dotato di un piccolo elicottero.[3] Il luogo di ricerca non è stato scelto a caso. Secondo studi già effettuati, il cratere miliardi di anni fa accoglieva un lago e il delta di un fiume, che anche sulla Terra sono dei veri imbuti per le forme di vita. Dunque, se vi sono o vi sono stati organismi di qualsivoglia tipo, la probabilità di trovarne tracce è molto alta in quella zona. Il lancio è programmato per luglio di quest’anno e i materiali raccolti, se tutto va secondo i piani, torneranno sulla Terra nel 2031. Nell’ipotesi in cui la galoppante avanzata del virus dovesse ritardare l’inizio della missione oltre il 5 agosto, è probabile che il lancio venga rimandato di due anni. Questo perché la finestra 17 luglio – 5 agosto coincide con un allineamento dei due pianeti (Terra e Marte) ottimale per il viaggio. [4]

Una conferma di sospensione è invece arrivata per la Missione Artemis, [5] obiettivo della quale è far tornare l’uomo sulla Luna entro il 2024, in particolare un’astronauta e un astronauta e usare poi l’avamposto lunare come punto di passaggio per l’esplorazione umana di Marte. Quest’anno è previsto un lancio senza equipaggio dello Space Launch System (SLS) e della navetta Orion dal Kennedy Space Center in Florida. A catena anche tutti i successivi lanci scaleranno. Per ora non si hanno ulteriori dettagli sulle date. È però necessario ricordare che la fattibilità della scadenza del 2024 era già stata messa in dubbio qualche mese fa, quando Mike Pence aveva annunciato al mondo che gli USA sarebbero tornati sulla Luna nel giro di soli quattro anni, dimezzando i tempi previsti dalla NASA.

Altra grande vittima del Coronavirus potrebbe essere il James Webb Space Telescope, un telescopio spaziale di nuova generazione che sostituirà Hubble, in orbita dal 1990. Il dispositivo da 8,8 miliardi di dollari, frutto di una collaborazione tra NASA, ESA e CSA (agenzia spaziale canadese), orbiterà intorno al Sole, a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, e studierà pianeti e galassie che fino ad ora non siamo stati in grado di raggiungere. Il lancio dalla base spaziale di Kourou, nella Guyana francese, è pianificato per marzo 2021. Tuttavia, l’esplosione del Coronavirus in California che ha portato alla chiusura degli stabilimenti della NASA, tra cui il sito di assemblaggio del telescopio, porterà a un ritardo non ancora quantificato. [6]

Continuando verso Ovest troviamo la Cina. Là, dove è tutto iniziato, non vi sono notizie di sospensioni o chiusure (complice il fatto che la CNSA, l’Agenzia spaziale cinese, è da sempre molto ‘selettiva’ nella pubblicazione delle notizie). A dicembre di quest’anno sarà regolarmente lanciata Chang’e 5, il cui obiettivo è atterrare nella regione Mons Rumker della Luna e raccogliere circa due chili di regolite da riportare sulla Terra. Quattro sono i moduli che compongono la missione: il primo raccoglierà i campioni, il secondo li porterà in orbita, il terzo li prenderà e passerà al quarto modulo che tornerà sul nostro pianeta. [7]

Prima abbiamo parlato dei piani “marziani” dell’Europa e degli Stati Uniti. Anche la Cina si prepara per la conquista del pianeta rosso e punta a sfruttare la finestra di allineamento che si aprirà questa estate per lanciare la sua prima missione verso Marte. Huoxing, come Exomars e Mars 2020, ha come obiettivo la ricerca di tracce biologiche a testimonianza di vita passata o presente per mezzo di un rover (Huoxing-1). I siti di esplorazione saranno due zone vicine alla regione Utopia Planitia, già scandagliata dagli strumenti americani Pathfinder e Viking 1. Il vettore di lancio sarà il razzo Long March 5, che nel 2017 non era riuscito a posizionare una sonda in orbita a causa di un malfunzionamento tecnico. Dopo due revisioni dell’apparato di propulsione ora sembra essere pronto. [8]

Note

[1] N 6–2020: ExoMars to take off for the Red Planet in 2022, Comunicato stampa dell’Agenzia spaziale europea, 12 marzo 2020.

[2] La safe mode è una modalità operativa dei moderni veicoli spaziali, nella quale tutti i sistemi di bordo non essenziali vengono disattivati e vengono mantenute attive solo le funzionalità indispensabili, come il controllo termico, la ricezione radio e il controllo dell'assetto.

[5] March 19 Administrator Statement on Agency Response to Coronavirus, Comunicato stampa di Jim Brindestine, amministatore della NASA, 19 marzo 2020.

[6] Vedi nota 4.

[7] Future Chinese Lunar Missions, NASA factsheet.

[8] China Says Its Mars Landing Technology Is Ready for 2020, IEEE Spectrum, 8 novembre 2019.

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