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AMIStaDeS a Genova per la Conferenza “Nuove Rotte Artiche: Rischio o Opportunità?”, 5 aprile 2022

Aggiornamento: 27 apr 2022



L’Artico, le sue declinazioni e il rapporto con il nostro Paese. Questo il canovaccio della II edizione del Festival Italia chiama Artico dal titolo “Nuove Rotte Artiche: Rischio o Opportunità?” organizzato da Osservatorio Artico, primo portale italiano di informazione sul tema, in collaborazione con il Centro Studi AMIStaDeS lo scorso 5 aprile 2022 presso la Sala del Capitano di Palazzo San Giorgio a Genova.


La manifestazione è stata possibile grazie al supporto di Master International Logistics e MUST srl e i prestigiosi patrocini della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Parlamento Europeo, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), Ministero della Difesa, Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Regione Liguria, Comune di Genova, Società Geografica Italiana, Assocostieri, Assarmatori, Confitarma, Federlogistica, Istituto Geografico Polare e ENAC. A tutti loro va il profondo ringraziamento del Centro Studi AMIStaDeS.



A impreziosire la magnifica cornice del capoluogo ligure un parterre d’eccellenza, con importanti personalità, italiane ed internazionali, del mondo istituzionale, militare e accademico nonché dei settori della logistica, dell’energia e dell’ingegneria navale che si sono alternati – taluni in collegamento online – per sviscerare un gran numero di tematiche legate all’area dell’Artico. Una regione alla quale AMIStaDeS riserva già da tempo un grande interesse con la pubblicazione di analisi e approfondimenti e soprattutto attraverso la realizzazione del Corso di Alta Formazione in Studi Artici e Antartici, di cui si sta chiudendo in questi giorni la seconda edizione.


L’evento si è articolato in due parti per un totale di cinque tavole rotonde moderate dal Direttore di Osservatorio Artico, Leonardo Parigi.


Un Artico senza ghiaccio: quali prospettive?


A seguito del benvenuto del Presidente dell’Autorità dei Sistemi Portuali del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, la prima parte dei lavori si è concertata sullo sviluppo commerciale, scientifico e tecnologico dell’area pur sottolineando il sottile equilibrio che ne caratterizza la natura fragile e suscettibile degli effetti del cambiamento climatico.

Tra gli speaker del primo panel di giornata incentrato sulle prospettive di un Artico senza ghiaccio, il Ministro Plenipotenziario Carmine Robustelli, Inviato Speciale per l’Artico del MAECI, il quale ha sottolineato l’importanza del ruolo di osservatore che l’Italia ricopre dal 2013 all’interno del Consiglio Artico; status che è indice di una strategia nazionale per l’Artico, in particolare per il settore marittimo e la ricerca scientifica. Successivamente l’Inviato Speciale dell’Unione Europea (UE) per l’Artico, il Dott. Michael Mann, ha portato al centro la visione comunitaria di fronte non solo alle prospettive commerciali ed economiche dell’area, ma anche rispetto alla necessità di garantire un futuro pacifico, prospero e sostenibile alla regione. A questo proposito sono poi intervenuti il Dott. Vito Vitale e la Dott.ssa Stefania Gilardoni dell’Istituto di Scienze Polari facente capo al Centro Nazionale delle Ricerche (CNR); quest’ultima in collegamento dalla Stazione Artica Dirigibile Italia a Ny-Ålesund, nelle Isole Svalbard.


L’importanza della ricerca e della cooperazione internazionale assume, nell’Artico, un valore non replicabile in altre aree del mondo. In particolar modo dal momento che l’Artico è caratterizzato da una cornice geopolitica complessa all’interno della quale i processi sinergici sono la chiave per un utilizzo efficiente e sostenibile delle tecnologie e delle risorse che giacciono sui fondali del profondo Nord.


Infine, la questione della navigazione artica che, come ha ricordato il Prof. Francesco Munari, docente di diritto internazionale e dell’UE, consiste in un «inedito per la storia dell’uomo» e dunque in una serie di interrogativi che necessitano di verifiche attente – come la mappatura di aree marittime non cartografate - e risposte efficaci. Un compito, quest’ultimo, di cui si incarica, per l’Italia, l’unità polivalente di ricerca Alliance facente parte della campagna HIGH NORTH 2 della Marina Militare in collaborazione con l’Istituto Idrografico come ha raccontato il Direttore dell’Istituto, l’Ammiraglio Massimiliano Nannini.



Scienza, tecnica e innovazione: qual è il contributo delle aziende italiane?


Di risorse e materie prime, ma anche di logistica e proiezione nazionale nell’Artico si è invece parlato all’interno della seconda tavola rotonda. Il primo a prendere la parola è stato il Dott. Francesco Norante, Presidente di LEONARDO Canada, eccellenza italiana che nel territorio nordamericano ha una presenza tanto longeva quanto strategica sotto molti aspetti, non da ultimo il rilevamento satellitare per facilitare l’accesso alle aree remote dell’Artico e le attività di search and rescue. Attività che non sarebbero possibili in assenza di “occhi” dal cielo, ovvero di una costellazione di satelliti e sistemi radar in grado di supportare e garantire la sicurezza di navigazione in presenza di aree e fondali poco conosciuti, come testimoniato dalla Dott.ssa Donatella Giampaolo, responsabile dell’area Marketing & Sales Civilian Institutions di E-Geos (una società partecipata al 20% dall’Agenzia Spaziale Italiana, ASI, e all’80% da Telespazio, soggetta alla direzione e al coordinamento congiunto di Leonardo S.p.A. e Thales S.A) che è distributore globale esclusivo dei dati COSMO-SkyMed, la costellazione di satelliti radar più avanzata e performante oggi disponibile.


A seguire, il Dott. Marco Cavicchioli, Presidente di Master International Logistics, azienda leader nel settore della logistica internazionale - e golden sponsor del Festival -, ha portato sul piatto importantissimi spunti riguardo quello che lo sviluppo della direttrice artica porterebbe in termini di riduzione dei costi di navigazione e, soprattutto, transit time. Benefici che, però, sembrerebbero scontrarsi con le attuali difficoltà tecnologiche e infrastrutturali come ha sottolineato il Direttore Generale di Confitarma, Dott. Luca Sisto, che ha in particolare evidenziato – alla luce anche dell’attuale crisi ucraina - l’esiguità della flotta gasifera italiana e dell’assenza di sufficienti terminali di rigassificazione del GNL. In sostanza, e al netto degli investimenti annunciati da alcuni Paesi artici, tra cui Norvegia, Russia e in particolare Cina, nulla farebbe pensare alla rotta artica come a qualcosa in procinto di scompaginare il contesto del trasporto marittimo internazionale, nel breve e medio termine.


L’Artico, però, non può e non deve essere inteso come mera regione di transito. I suoi fondali, e non solo, sono infatti ricchi di idrocarburi, metalli strategici di “terre rare” che lo rendono motivo di dispute territoriali e mire geopolitiche. Gli interventi in successione del Dott. Marco Piredda, Senior Vice-President di ENI e della Dott.ssa Sonia Sandei, Head of Electrification di ENEL Group, hanno posto l’accento, da un lato, sullo scenario energetico dell’Artico, il suo potenziale apporto ai mercati mondiali di petrolio e gas naturale, la realizzazione di infrastrutture mid-stream e progetti CCS (Carbon Capture and Storage) a basso impatto ambientale, e, dall’altro, la sfida della sostenibilità che, nel caso italiano, passa inesorabilmente attraverso la completa elettrificazione di infrastrutture e conglomerati urbani e industriali nell’ottica della neutralità carbonica o Net Zero. Quella delle materie prime è una tematica alla quale il Centro Studi AMIStaDeS tiene molto e sulla quale propone la III edizione del corso “SILENT MATTERS: problemi geopolitici/opportunità di business” in partenza a maggio 2022.




La Diplomazia dei Ghiacci e i Popoli indigeni che li abitano


La seconda parte della conferenza ha portato l’attenzione su questioni di natura geopolitica con un inevitabile richiamo all’attualità e ai riverberi, diretti e indiretti, causati dalla guerra in Ucraina. In primis, il raffreddamento – è il caso di dirlo – internazionale nei confronti della rotta artica che, secondo il Dott. Alberto Rossi, Segretario Generale di AssArmatori, è comunque destinato a sciogliersi non appena si raggiungerà un generale assestamento dei mercati. Ma anche le questioni di diritto internazionale verso le quali il Prof. Lorenzo Schiano di Pepe invita ad assumere dei punti di vista il più possibile vicini ai diversi interessi delle nazioni coinvolte nella regione. In tal senso, i collegamenti dapprima con S.E. l’Ambasciatore di Danimarca in Italia, Dr Anders Carsten Damsgaard e a seguire con S.E. l’Ambasciatore di Norvegia a Roma, Dr Johan Vibe hanno permesso di tracciare le posizioni di due Paesi la cui importanza all’interno delle vicende artiche assume connotati ben diversi l’uno dall’altro.


Molto spesso ci si dimentica che una delle più grosse differenze tra Polo Nord e Polo Sud è che nel primo, a differenza del secondo, vivono numerose comunità indigene che rischiano di essere dimenticate sull’altare degli interessi internazionali. Il Centro Studi AMIStaDeS, da sempre attento alla diffusione della cultura internazionale, in occasione del già citato Corso di Alta Formazione in Studi Artici e Antartici, ha riservato un intero modulo allo studio dei cd “Popoli del Lungo Inverno”.

A tal proposito, durante il IV panel del Festival “Italia Chiama Artico”, ampio spazio è stato dato ai racconti del Dott. Gianluca Frinchillucci, Direttore dell’Istituto Geografico Polare di Fermo, una vera e propria miniera d’oro italiana per lo studio delle popolazioni artiche, e alle considerazioni del Prof. Alessandro Vitale (Università di Milano) sugli effetti che lo sviluppo industriale dei territori artici della Russia sta avendo nei riguardi delle popolazioni locali. Un ulteriore esempio è stato portato da Alexander Flaherty, rappresentante del governo del territorio canadese del Nunavut, una comunità che vive quotidianamente le conseguenze di un mare – o più mari a seconda dei punti di vista – in continuo e rapido mutamento e che chiede di essere protagonista. All’interno del contesto europeo, il Dott. Francesco Sindico, Rappresentante del Governo di Scozia, ha poi invitato ad allargare le considerazioni di tipo geopolitico anche alle comunità insulari della Scozia settentrionale (Isole Orcadi, Shetland e Isole Ebridi); queste, infatti, sebbene al di fuori del Circolo Polare Artico, in virtù delle similitudini culturali – e geografiche - sono molto più vicine ai territori artici di quanto si possa pensare.




La Geopolitica dei Poli


L’ultimo panel di giornata ha virato lo sguardo sul futuro geopolitico della regione Artica. Un futuro quanto meno incerto che rischia di esserlo ancora di più in virtù del conflitto in Ucraina e della conseguente imposizione, da parte occidentale, di pesanti sanzioni economiche nei confronti di Mosca. Gli interventi di Federico Petroni e di Pietro Figuera, rispettivamente analista di LIMES e Direttore di Osservatorio Russia, hanno cercato di analizzarne i possibili scenari con un occhio ben aperto sull’interesse militare dell’area. Un termometro che sale, insomma, non solo dal punto di vista climatico e che inevitabilmente preoccupa, e non poco, le altre nazioni artiche -come descritto da Laura Borzi, analista del Centro Studi Italia-Canada - e di chi mira a diventarlo, come la Cina, stando alla valutazione di Marco Volpe, analista di Osservatorio Artico.

Per AMIStaDeS la conferenza è stata una gradita occasione per trattare di argomenti le cui ripercussioni sulla quotidianità del pianeta sono tanto affascinanti quanto estremamente importanti. Da un punto di vista ambientale e climatico appare evidente come ciò che accade nell’Artico non rimanga circoscritto all’area; eppure, questa considerazione ben si sposa con altri aspetti che, proprio durante l’evento, è stato possibile esaminare in profondità. La II edizione del Festival “Italia Chiama Artico” è risultata essere la ricetta perfetta per trattare di una regione che per molti aspetti ci è ancora preclusa. A tal proposito, riuscire a portare sullo stesso tavolo i punti di vista dell’industria, delle associazioni di categoria nonché della ricerca scientifica e delle istituzioni è stato, a nostro avviso, la ragione del successo dell’iniziativa.


A tutti coloro che hanno partecipato attivamente ai lavori del Festival va il nostro ringraziamento, così come a Osservatorio Artico e al suo Direttore, Leonardo Parigi, per l’impegno profuso per la sua buona riuscita.

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