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All'adozione del Report ONU sui diritti umani in Turchia, Ankara non risponde positivamente

Aggiornamento: 8 mar 2019



(di Claudia Candelmo) Sono state rese note le prime reazioni del Ministero degli Affari Esteri turco rispetto al Rapporto sullo stato dei diritti umani in Turchia dopo il fallito golpe del luglio 2016, pubblicato oggi dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.

Il report copre il periodo che va dal 1 gennaio al 31 dicembre 2017, analizzando lo stato della protezione dei diritti umani alla luce delle misure prese dopo il fallito golpe del luglio 2016. I risultati che emergono sono certamente preoccupanti, con quasi 160.000 persone arrestate durante i 18 mesi dello Stato d'emergenza dichiarato dal presidente turco a partire dal 15 luglio 2016. Le conclusioni del rapporto invitano le autorità turche a porre fine allo stato d'emergenza, a riportare la situazione turca in linea con gli obblighi internazionali del Paese in materia di diritti umani e a limitare allo stretto necessario le restrizioni alla libertà di stampa.

Le conclusioni del rapporto sono state definite dal Ministero degli Affari Esteri inaccettabili e prive di qualunque considerazione per le minacce terroristiche fronteggiate dalla Turchia nei mesi passati. Il report sarebbe parziale e viziato da gravi pregiudizi verso la Turchia, oltre a contenere informazioni false. Non certo una reazione di apertura, quella che proviene da Ankara, che ha rigettato nel modo più assoluto il lavoro del Commissario Zeid Ra'ad Al Hussein e le sue conclusioni.

A questo link è disponibile il comunicato stampa del Ministero degli Affari Esteri turco.


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